Forbes ha recentemente rivelato l'esistenza di quattro siti segreti di mining di Bitcoin gestiti dallo Stato in Bhutan, rivelazione resa possibile dalle immagini satellitari di Planet Labs, Satellite Vu e Google (NASDAQ:GOOGL) Earth, oltre che dalle rivelazioni di alcuni insider. Queste strutture sono strategicamente situate vicino al Passo di Dochula, con i suoi sacri santuari commemorativi, al paesaggio aspro di Trongsa, a Dagana e all'iniziativa deserta della Città dell'Istruzione. Si ritiene che l'inizio delle attività sia previsto per il 2020 e che siano dotate di sofisticate unità estrattive direttamente collegate alle centrali idroelettriche.
Il regno himalayano è attualmente alle prese con sfide economiche, tra cui un calo del turismo e un alto tasso di disoccupazione giovanile. Inoltre, la nazione sta vivendo una fuga di cervelli dovuta all'aumento dei tassi di emigrazione. In risposta a queste pressioni, il re Jigme Khesar Namgyel Wangchuck ha promosso iniziative di estrazione di criptovalute simili a quelle di El Salvador. L'energia idroelettrica del Bhutan, che veniva esportata prevalentemente in India, ora alimenta queste operazioni ad alta intensità energetica. Di conseguenza, le importazioni di elettricità della nazione sono salite a 20,7 milioni di dollari quest'anno.
Il posizionamento strategico di questi centri di estrazione in aree remote indica il sostanziale investimento del Bhutan nelle criptovalute come mezzo di sostegno economico. Questa mossa fa parte di una tendenza più ampia che vede i Paesi con abbondanti risorse di energia rinnovabile esplorare le valute digitali per sostenere le loro economie. L'iniziativa del re riflette una svolta strategica, in quanto il Bhutan si adatta ai cambiamenti economici globali e cerca nuove strade per la stabilità finanziaria.
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