Finalmente ci siamo. L’evento più importante almeno da 1 anno a questa parte nello spazio cripto ha avuto la sua epifania ed è tra noi. Dopo aver tenuto sulle spine per mesi appassionati e detrattori di Ethereum, da pochi minuti fa il merge ha portato la Proof of Stake sul progetto di Vitalik Buterin.
Un passaggio che è stato fondamentalmente indolore e che ha rispedito al mittente le ansie di chi credeva che, in qualche momento, potrebbero non avercela fatta. E parte anche il can can dei fork, delle copie, delle critiche e delle polemiche, per un passaggio storico per il funzionamento del consenso di Ethereum non in termini di fee e scalabilità, ma principalmente di centralizzazione e decentralizzazione.
Ci siamo: il Merge di Ethereum è qui
Questa data la ricorderanno in molti, tanto tra gli appassionati di Ethereum quanto invece tra i suoi detrattori. Alle 08:42 ora italiana è avvenuto il merge tra la beacon chain e la chain principale di Ethereum, passaggio che permetterà al progetto guidato da Vitalik Buterin di abbandonare il mining e di spostarsi su un metodo di consenso in Proof of Stake, seguendo l’esempio di tanti altri progetti che utilizzano già da tempo questo metodo di consenso.
Per farla breve, rimandando poi gli approfondimenti più importanti a quando tutto sarà più calmo, i validator dovranno bloccare almeno 32 ETH per partecipare al sistema che aggiunge blocchi alla chain di Ethereum, senza che ci sia più la necessità di fare calcoli a ripetizione alla ricerca dell’hash giusto.
Un passaggio epocale, ma non nel senso che credono molti
La prima conseguenza immediata del Merge appena avvenuto è una forte riduzione dei consumi della rete di Ethereum, che non dovrà più fare affidamento su milioni di schede grafiche che passano le giornate consumando energia per fornire al network la sicurezza di cui ha bisogno.
Non ci saranno invece, almeno per ora, conseguenze sulla scalabilità di Ethereum, il cui ecosistema dovrà continuare a fare affidamento su layer 2 come Polygon Matic per offrire ambienti rapidi e a basso costo per l’utilizzo di smart contract e di App decentralizzate. Dovrebbero esserci anche pochissimi effetti sul livello delle commissioni per utilizzare il network, con le somme definitive che dovranno essere tratte tra qualche giorno.
Un passaggio comunque importante, propedeutico per l’integrazione dello sharding in futuro (quella sì un’eventuale rivoluzione) e un passaggio che – forse in molti non ve lo diranno – che aprirà una nuova fase anche di incertezza per Ethereum, in particolare in relazione alla sua decentralizzazione e alla sua capacità anche di resistere ad un’eventuale assalto del regolatore.
Tuttavia non è ora il tempo di fare polemiche, che avranno tutto il tempo del mondo a partire da domani. Oggi è il giorno del Merge, sul quale pochi credevano e che invece, almeno per ora, sembra non avere eccessivi problemi. Problemi comunque che dovranno essere attentamente valutati nelle prossime ore, che saranno le più complicate della vita di Ethereum.
Cosa succederà ai mercati?
La situazione è ovviamente tesa: ci sono livelli di short importanti che sono però più legati alla volontà di prendere in prestito più Ethereum possibili, per ottenere eventuali token derivanti da fork PoW, sia perché forse qualcuno non credo che questo passaggio filerà liscio come l’olio.
Come sempre facciamo su Criptovaluta.it, non possiamo che consigliarvi la massima prudenza nelle prossime ore, che saranno dominate dall’incertezza e anche da un nervosismo dei mercati che non deriva da situazioni inerenti Ethereum, ma piuttosto dai dati macro che negli ultimi giorni sono stati tutti negativi. Nel frattempo gli scissionisti stanno preparando una scissione: ce la faranno? Sembrerebbe più probabile un no, ma il mondo cripto ci ha anche abituato a colpi di scena clamorosi. Colpi di scena che però, anche a tutta forza, non dovrebbero essere in grado di attaccare Ethereum nella sua versione PoS.
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