LONDRA (Reuters) - Le quotazioni del greggio galleggiano intorno ai minimi degli ultimi sette mesi negli scambi sulla piazza londinese dopo i recenti segnali di incremento dell'offerta, un trend che ha pregiudicato gli sforzi dell'Opec e di altri esportatori di petrolio per sostenere il mercato riducendo la produzione.
** Intorno alle 12 il benchmark Brent tratta a 46,65, in ribasso di 26 cent il barile dopo aver perso ieri 46 cent, o l'1%, a 46,91 dollari. Quella di ieri è stata la chiusura più bassa dal 29 novembre, vigilia dell'accordo fra i membri dell'Opec e altri produttori per ridurre l'offerta di 1,8 milioni di barili giornalieri per sei mesi a partire da gennaio.
** Il derivato sul greggio Usa scambia a 43,90 dollari, in calo di 30 cent. Ieri ha lasciato sul terreno 54 cent a 44,20 dollari, i minimi dal 14 novembre.
** Entrambi i benchmark hanno perso circa il 15% da fine maggio quando Opec, Russia e altri esportatori hanno prolungato i tagli alla produzione fino alla fine di marzo 2018.
** Le forniture dei paesi Opec sono balzate a maggio complice una ripresa della produzione in Libia e Nigeria, due paesi esclusi dall'accordo sulla riduzione della produzione.
** "Se escono dati negativi dagli Stati Uniti questa settimana, potremmo vedere il Brent testare 45 dollari", osserva Tamas Varga, senior analyst di PVM Oil Associates.
** La produzione negli Stati Uniti è cresciuta velocemente quest'anno, alimentando l'eccesso di offerta.
** Ma il ministro per l'Energia saudita Khalid al-Falih ha detto ieri al quotidiano con sede a Londra, Asharq al-Awsat, che il mercato del petrolio si sta dirigendo nella giusta direzione e ha solo bisogno di tempo per ribilanciarsi.