Investing.com - Il prezzo del rame crolla al minimo di cinque settimane questo giovedì dopo l’impennata del dollaro seguita alle parole della Presidente della Federal Reserve Janet Yellen secondo cui non è escluso un aumento dei tassi di interesse a dicembre.
Sulla divisione Comex del New York Mercantile Exchange, il rame con consegna a settembre crolla di 3,6 centesimi, o dell’1,56%, a 2,286 dollari la libbra negli scambi della mattinata londinese. Precedentemente, il prezzo è crollato a 2,285 dollari, il massimo dal 2 ottobre. Ieri il rame è sceso di 0,8 centesimi, o dello 0,34%.
Intanto, i futures del rame scambiati sul London Metal Exchange crollano dell’1,37% a 5.059,50 dollari la tonnellata metrica, un livello che non si registrava dal 29 settembre.
Il dollaro ha subito un’impennata al massimo di 12 settimane contro i rivali, dopo i commenti della Presidente della Fed Yellen che hanno alimentato le aspettative che i tassi vengano alzati a dicembre.
Testimoniando davanti alla Commissione per i Servizi Finanziari, ieri la Presidente della Fed Yellen ha dichiarato che l’economia statunitense sta “andando bene” e che un aumento dei tassi di interesse a dicembre sarà “molto probabile” se l’economia continuerà a migliorare.
Un dollaro forte pesa sulla richiesta di materie prime come investimento alternativo e rende le materie prime espresse in dollari più costose per i titolari di altre valute.
Intanto, il prezzo dell’oro si attesta vicino al minimo delle ultime sette settimane tra le aspettative che la Federal Reserve possa alzare i tassi di interesse in occasione del vertice di dicembre.
I traders attendono ora i dati statunitensi previsti nel corso della giornata per avere maggiori informazioni sulla forza dell’economia e sull’eventualità di un aumento dei tassi di interesse a breve termine.
Gli Stati Uniti pubblicheranno il report settimanale sulle nuove richieste di sussidio di disoccupazione alle 8:30 ET, seguito dal report sulla produttività non agricola e sui costi unitari del lavoro.
Gli investitori seguiranno con attenzione il report sull’occupazione non agricola, previsto per domani. I dati dovrebbero mostrare un aumento di 180.000 nuovi posti di lavoro ad ottobre, dopo l’incremento di 142.000 unità a settembre, mentre il tasso di disoccupazione dovrebbe restare stabile al 5,1%.
Se il report sull’occupazione non agricola USA dovesse risultare positivo, aumenteranno le speculazioni sulla tempistica di un eventuale aumento dei tassi da parte della Federal Reserve, mentre una lettura deludente potrebbe ridurne le aspettative.
Negli ultimi mesi sui mercati si è discusso molto della tempistica dell’aumento dei tassi da parte della Fed. La banca centrale USA ha in programma un altro vertice di politica monetaria quest’anno, a metà dicembre.
L’oro ha subito un’impennata ad ottobre tra i timori per un indebolimento economico causato dalla Cina ed il suo impatto sulle prospettive di crescita statunitensi che hanno spinto i traders a rinviare le aspettative di un aumento dei tassi al marzo del 2016.
Tuttavia la dichiarazione ottimista rilasciata dalla Fed la scorsa settimana ha spinto gli investitori a rivedere le aspettative sull’aumento dei tassi a dicembre, scatenando un selloff sul mercato dei lingotti.
Le aspettative di un aumento anticipato dei tassi di interesse pesano sull’oro, dal momento che il metallo prezioso non riesce a competere con gli investimenti ad alto rendimento in concomitanza all’aumento dei tassi.