ROMA (Reuters) - Mentre è in corso quello che dovrebbe essere l'incontro decisivo per risolvere la vertenza Ast Terni dopo 4 mesi e mezzo di trattativa e oltre un mese di sciopero, il sindacato annuncia che tutti i 290 lavoratori in esubero hanno accettato l'uscita volontaria. Sarebbe dunque sciolto uno dei nodi del negoziato tra la società controllata dalla multinazionale tedesca dell'acciaio Thyssen Krupp e i sindacati con la mediazione del governo. Resta ora il nodo del salario integrativo prima di poter siglare l'intesa che dovrebbe consentire al sito ternano di proseguire, almeno per i prossimi due anni, l'attività produttiva di entrambi i forni.
Lo ha annunciato il segretario generale delle Uilm, Rocco Palombella, a margine della riunione in corso al ministero dello Sviluppo economico.
"La trattativa di oggi è carica di speranza e di significato politico dopo 35 giorni sciopero. Molti nodi sono stati sciolti e prima dell'incontro c'è stata una comunicazione importante sul fatto che finalmente i 290 lavoratori in esuberi hanno deciso di lasciare l'azienda con l'esodo incentivato", ha detto Palombella.
"Resta il nodo salariale. Auspichiamo che la trattativa di oggi porti in dirittura d'arrivo soprattutto sull'integrativo. Ritengo che ci siano gli elementi necessari per raggiungere l'intesa nelle prossime ore", ha concluso.
Inizialmente l'azienda puntava a oltre 530 esuberi, diminuiti poi a 290 anche dopo la mediazione del governo, finalizzati a una riduzione dei costi di circa 100 milioni di euro, 30 dei quali attraverso un taglio del costo del lavoro.
Nei giorni scorsi l'Ad di Ast Lucia Morselli aveva inviato una lettera ai lavoratori ribadendo la volontà di Thyssen di mantenere in funzione l'impianto umbro e rinnovando la preoccupazione per il calo degli ordini determinato dallo sciopero a oltranza.
Il 25 novembre gli operai hanno poi deciso di rientrare al lavoro.