ROMA (Reuters) - La deflazione che nel 2016 ha colpito l'Italia per la prima volta dal 1959 ha effetti "devastanti" sui prezzi riconosciuti agli agricoltori, calati del 6% su base annua.
Lo dice oggi Coldiretti che denuncia come, nonostante questa flessione, i prezzi alimentari sugli scaffali siano saliti dello 0,2% a causa della concorrenza sleale.
Secondo i dati provvisori diffusi oggi da Istat, l'indice Nic dei prezzi al consumo lo scorso anno è sceso dello 0,1%, dopo il +0,1% del 2015. Anche l'indice armonizzato Ipca ha registrato la stessa variazione (+0,1% l'anno prima).
"Gli agricoltori nel 2016 hanno dovuto vendere più di tre litri di latte per bersi un caffè o quindici chili di grano per comprarsene uno di pane, ma la situazione non è migliore per le uova, la carne o per alcuni prodotti orticoli", dice Coldiretti.
A incidere invece sull'incremento dei prezzi allo scaffale è "il flusso delle importazioni selvagge che fanno concorrenza sleale alla produzione nazionale perché vengono spacciati come Made in Italy per la mancanza di indicazione chiara sull'origine in etichetta per tutti i prodotti".
Secondo elaborazioni Coldiretti su dati Ismea, nel 2016 sono scesi dell'1% gli acquisti di cibo e bevande: male in particolare carni (-6%), salumi (-5%) latte e derivati (-4%) e oli e grassi e vegetali (-2%), solo in parte compensati da un +3% degli acquisti di prodotti ittici e della frutta (+2%).