di Stefano Bernabei
ROMA (Reuters) - Il comitato esecutivo dell'Abi ha dato oggi pieno appoggio alla linea tenuta da Alessandro Profumo come rappresentante delle banche al tavolo con i sindacati per rinnovare il contratto in una trattativa oggi in stallo e sempre più vicina a una rottura.
A dirlo è stato lo stesso presidente di Mps all'uscita dalla riunione dell'esecutivo.
Gli istituti di credito sono sotto pressione perchè il calo di redditività legato ai bassi tassi di interesse e alla scarsa crescita economica impone tagli nei costi. La parola 'sciopero' non viene ancora pronunciata dalle sigle che rappresentano i bancari, ma è certamente nell'aria.
Ieri Lando Sileoni segretario della Falbi, il sindacato maggiormente rappresentativo dei quasi 310.000 bancari, ha detto che "se i banchieri continueranno ad adottare la linea intransigente ... siamo pronti a scendere di nuovo in piazza".
Il prossimo incontro tra i rappresentanti dell'Abi e i sindacati sarà a Milano il 25 e 26 novembre.
Se non si arriverà tra le parti a una condivisione del percorso per chiudere l'intesa entro fine anno, è assai probabile che i sindacati decidano di convocare le assemblee dei lavoratori per iniziare azioni di mobilitazione e da parte dei banchieri potrebbe conseguire una nuova disdetta del contratto vigente e prorogato al 31 dicembre.
L'ultimo sciopero della categoria del credito, e fu il primo da 13 anni, è stato il 31 ottobre del 2013 con massicce adesioni dei lavoratori.
Oggi Cgil e Uil hanno annunciato che faranno insieme una giornata di sciopero generale il 12 dicembre contro le politiche economiche e del lavoro del governo, mentre la Cisl ha deciso di non aderire.
INTERROMPERE AUTOMATISMI, PIU' PESO A CONTRATTAZIONE AZIENDALE
Profumo, in qualità di responsabile degli affari sindacali dell'Abi, ha portato al tavolo della trattativa due punti fermi delle banche: che si interrompano certi automatismi per gli aumenti contrattuali in modo da avere una riduzione struttuale del costo del lavoro e che si dia maggiore peso alla contrattazione aziendale.
Rispetto poi alla richiesta sindacale di un recupero dell'inflazione, con un aumento economico triennale del 6,05%, Abi ha ribadito l'impossibilità di scostarsi da un aumento inflattivo dell'1,85% (pari a circa 53 euro medie per i prossimi tre anni).
Sull'ipotesi che questa posizione tenuta finora possa portare alla rottura della trattativa con i sindacati, il presidente dell'Abi Antonio Patuelli ha detto: "Abbiamo grande stima in Profumo, lo appoggiamo, lo abbiamo sempre appoggiato e lo ringraziamo per quanto fatto finora".