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Ue, servono riforme e investimenti massicci per rilancio economia - Draghi

Pubblicato 09.09.2024, 11:54
Aggiornato 09.09.2024, 12:00
© Reuters. L'ex presidente del Consiglio Mario Draghi si allontana dopo una cerimonia formale di passaggio di consegne a Palazzo Chigi a Roma, Italia, 23 ottobre 2022. REUTERS/Remo Casilli/Fotogramma
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BRUXELLES (Reuters) - L'Unione europea ha bisogno di una politica industriale molto più coordinata, di decisioni più rapide e di investimenti massicci se vuole tenere il passo con Paesi rivali come Stati Uniti e Cina.

Lo scrive Mario Draghi nel rapporto che gli è stato commissionato dalla Ue un anno fa su come l'Unione dovrebbe agire per mantenere competitiva la propria economia 'green' e digitale in un momento di crescenti tensioni globali.

Nella sezione iniziale del rapporto, di circa 400 pagine, Draghi afferma che il blocco ha bisogno di investimenti aggiuntivi di 750-800 miliardi di euro l'anno, fino al 5% del Pil.

Si tratta di investimenti molto più alti persino dell'1-2% previsto dal Piano Marshall per la ricostruzione dell'Europa dopo la Seconda Guerra Mondiale.

Secondo il rapporto, i Paesi dell'Ue hanno già messo a punto risposte alla nuova realtà, ma la loro efficacia è rimasta limitata per una mancanza di coordinamento.

I diversi livelli di sussidi tra Paesi sono un fattore di disturbo per il mercato unico, la frammentazione limita la scala necessaria per competere a livello globale e il processo decisionale dell'Ue è complesso e lento.

"Sarà necessario riorientare il lavoro dell'Ue su questioni più urgenti, garantire un coordinamento efficiente delle politiche per il raggiungimento di obiettivi comuni e utilizzare le procedure di governance esistenti in modo nuovo, per consentire agli Stati membri che lo desiderano di agire più rapidamente" si legge nel rapporto.

Negli ultimi due decenni la crescita dell'Ue è stata in modo persistente più lenta di quella degli Stati Uniti, mentre la Cina ha rapidamente guadagnato terreno. Gran parte del divario è dovuto alla sua minore produttività.

Il rapporto di Draghi giunge in un momento in cui emergono dubbi sul modello economico della Germania, un tempo motore dell'Ue, dopo che Volkswagen (ETR:VOWG) ha deciso di chiudere per la prima volta nella sua storia degli stabilimenti.

© Reuters. L'ex presidente del Consiglio Mario Draghi si allontana dopo una cerimonia formale di passaggio di consegne a Palazzo Chigi a Roma, Italia, 23 ottobre 2022. REUTERS/Remo Casilli/Fotogramma

Draghi afferma che l'Ue sta facendo fatica per far fronte all'aumento dei prezzi dell'energia dopo aver perso accesso al gas russo a basso costo e potrebbe trovarsi nella condizione di non fare più affidamento su mercati esteri aperti.

L'ex banchiere centrale ha affermato che il blocco deve stimolare l'innovazione e far scendere i prezzi dell'energia, continuando a decarbonizzare e a ridurre la sua dipendenza da altri Paesi, in particolare dalla Cina per i minerali essenziali, e ad aumentare gli investimenti nella difesa.

 

(Tradotto da Alejandra Rosales, editing Gianluca Semeraro)

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