LONDRA (Reuters) - L'inflazione annuale britannica dei prezzi al consumo (Cpi) è scesa inaspettatamente al 6,7% in agosto, come mostrano i dati ufficiali, sollevando interrogativi su quanto ancora la Banca d'Inghilterra aumenterà i tassi di interesse un giorno prima del prossimo annuncio.
Gli economisti intervistati da Reuters avevano previsto che il Cpi sarebbe salito al 7,0% dal 6,8% di luglio, a causa di un aumento dei prezzi del carburante e di una tassa sulle bevande alcoliche.
Il calo a sorpresa del tasso di inflazione ha spinto la sterlina al ribasso rispetto al dollaro statunitense e all'euro, in quanto gli investitori hanno ridimensionato le scommesse su futuri rialzi dei tassi di interesse da parte della BoE.
L'ufficio di Statistica nazionale ha spiegato che il calo è stato determinato dalla diminuzione dei prezzi degli alberghi e delle tariffe aeree, spesso volatili, e dall'aumento dei prezzi dei generi alimentari, inferiore a quello registrato nello stesso periodo dell'anno precedente.
Il mese scorso la BoE ha detto di aspettarsi che l'inflazione in agosto sarebbe salita al 7,1% prima di scendere bruscamente a circa il 5% in ottobre, che sarebbe comunque più del doppio del suo obiettivo del 2%.
Gli investitori si aspettano che domani la BoE aumenti i tassi di interesse per la quindicesima volta consecutiva, portando il tasso della banca al 5,5% dal 5,25%. Molti economisti ritengono che questo potrebbe essere l'ultimo rialzo del ciclo di inasprimento della BoE a causa del rallentamento dell'economia britannica.
L'inflazione core - che esclude i prezzi volatili dei generi alimentari e dell'energia - è diminuita più del tasso principale, passando al 6,2% dal 6,9% di luglio. Il sondaggio Reuters aveva indicato una lettura del 6,8% in agosto.
(Tradotto da Chiara Scarciglia, editing Stefano Bernabei)