Di Alessandro Albano
Investing.com - L'inflazione annuale dell'Eurozona ha toccato l'obiettivo della Banca Centrale Europea a maggio, alimentando le domande circa le prossime mosse di Francoforte nel meeting di giugno.
Secondo i dati flash dell'Eurostat, l'indice dei prezzi al consumo si attesta al 2,0% su base annuale dall'1,6% di aprile (consenso 1,9%), con l'energia che registrare il tasso annuo più elevato (13,1%, rispetto al 10,4% di aprile).
Rispetto al mese precedente, il tasso inflazionistico ha registrato un aumento dello 0,3% dal +0,6% di aprile.
Simili le indicazioni arrivate nella giornata di ieri dalla Germania, dove l'IPC ha segnato una variazione annua del +2,5% dal +2,4% atteso dal mercato. Anche in questo caso, l’ascesa è stata trainata da un forte aumento dei prezzi energetici (+10% dopo il +7,9% di aprile).
Parola alla Bce
La Bce (prossima riunione 10 giugno) si trova ora ad affrontare da una parte un aumento inflazionistico, definito più volte "transitorio" e "dovuto ad effetti stagionali" ma che ha raggiunto l'obiettivo del 2% della stessa banca, e dall'altra un rialzo dei tassi obbligazionari che stanno pesando sul costo del debito dei diversi Stati membri.
Nel meeting di aprile, quindi prima della lettura odierna, la banca aveva sottolineato che le aspettative di inflazione a più lungo termine "sono rimaste a livelli bassi rispetto all'obiettivo di inflazione della Bce", nonostante un aumento degli indicatori "a causa di premi al rischio di inflazione più elevati".
Ricalibrare gli acquisti PEPP per contrastare gli effetti della pandemia sull'inflazione, come precisato dai verbali del meeting, "è solo un elemento nel raggiungimento dell'obiettivo di stabilizzare l'inflazione a medio termine attorno a livelli inferiori, ma vicini fino al 2%".
Il controllo dei prezzi dei titoli di Stato, e quindi il controllo del rischio, non è il compito primario della politica monetaria, ma con l'aumento dei tassi nonostante la promessa di un'accelerazione del ritmo degli acquisti nel secondo trimestre, Francoforte potrebbe non discutere di tapering o modifiche al programma d'acquisto sorvolando, almeno per il momento, sull'aumento dei prezzi al consumo.
“Il mercato è preoccupato che la Bce inizi a discutere di tapering nella prossima riunione, tuttavia riteniamo che questi timori siano infondati. Dopo la disastrosa asta del Bund a 15 anni della scorsa settimana, la Bce starà attenta a non discutere di un ritiro del supporto”, hanno affermato gli esperti di Saxo citati da FinanzaOnLine.