Investing.com - L’inflazione al consumo nella capitale del Giappone è diminuita più del previsto a novembre e si è avvicinata all’obiettivo della Banca del Giappone, grazie all’ulteriore diminuzione dei prezzi dei prodotti alimentari rispetto ai massimi registrati all’inizio dell’anno e alla stabilizzazione dei costi di importazione.
L’Indice dei prezzi al consumo core di Tokyo, che esclude le voci volatili come gli alimenti freschi, è aumentata del 2,3% a novembre, secondo i dati forniti martedì dall’Ufficio di statistica. La lettura è stata inferiore alle aspettative del 2,4% e si è ridotta rispetto al 2,7% del mese scorso.
Su base mensile, l’IPC core di Tokyo è rimasto piatto dopo un aumento dello 0,4% in ottobre.
La lettura core che esclude i prezzi degli alimenti freschi e del carburante è stata del 3,6% a novembre, in calo rispetto al 3,8% del mese precedente. La lettura core, utilizzata dalla Banca del Giappone come indicatore dell’inflazione sottostante, si è costantemente allontanata dai massimi di 40 anni raggiunti nel 2023.
L’IPC di Tokyo generale è aumentato del 2,6% a novembre rispetto al 3,3% del mese precedente.
Pur rimanendo al di sopra dell’obiettivo annuale del 2% fissato dalla BOJ per il 18° mese consecutivo, l’inflazione è stata la più vicina all’obiettivo annuale dal giugno 2022. La lettura dell’IPC core ha inoltre raggiunto il livello più basso dell’anno.
Tuttavia, la banca centrale è rimasta sotto pressione verso l’inasprimento della sua politica ultra-allentata. Si prevede inoltre che la banca ponga fine alle misure di controllo della curva dei rendimenti nel 2024, anche se i funzionari della BOJ non hanno fornito alcuna indicazione in tal senso e hanno ampiamente ribadito l’intenzione di mantenere la politica allentata.
La lettura di martedì arriva dopo una lieve ripresa dell’inflazione a livello nazionale nel mese di ottobre, anche se la tendenza sembra attenuarsi a causa dell’allentamento dei prezzi del petrolio e della recente forza dello yen.
La lettura dell’IPC di Tokyo di solito preannuncia una tendenza simile nei dati sull’inflazione a livello nazionale, previsti per dicembre.
Anche la spesa dei consumatori giapponesi è sembrata raffreddarsi negli ultimi mesi, con i dati sulle vendite al dettaglio che hanno disatteso le aspettative per ottobre, sotto la pressione di un’inflazione relativamente alta, di una crescita salariale stagnante e di uno yen debole.
Anche il prodotto interno lordo si è ridotto molto più del previsto nel terzo trimestre.