ROMA (Reuters) - L'Italia chiede all'Europa che sia introdotta "una fase transitoria" nell'applicazione del nuovo regime di risoluzione delle banche in crisi.
Lo ha detto il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, ribadendo in Senato la solidità del sistema bancario italiano.
"L'orientamento dei mercati sembra non commisurato alla realtà delle banche italiane che sono più sicure di altri Paesi", ha detto l'ex capoeconomista dell'Ocse durante la sessione di interrogazioni a risposta immediata.
Da inizio anno gli istituti di credito hanno perso oltre il 27% in Borsa.
Applicando le nuove regole europee, a fine 2015 il governo ha salvato Banca Marche, Banca Etruria, CariFerrara e CariChieti, al prezzo però di perdite per azionisti e detentori di obbligazioni subordinate.
"Stiamo riscontrando un aumento dell'instabilità invece che della stabilità", dice Padoan. "La revisione del 'bail in' entro il 2018 fornisce un'occasione utile" per migliorare il quadro normativo ed "evitare che crisi circoscritte abbiano effetti sistemici".
L'Europa sta anche discutendo la separazione tra banche commerciali e d'affari, distinzione che trova il sostegno dell'Italia anche se "una soluzione favorevole appare problematica perché ciascuno Stato membro propende per le specificità nazionali", prosegue.
Una parte delle interrogazioni aveva come oggetto la Gacs, la garanzia pubblica sulla cartolarizzazione delle sofferenze, che sarà introdotta per decreto la prossima settimana.
"Non sono del tutto convinto che l'accoglimento del mercato sia del tutto negativo. Nel medio termine ci si aspettano risultati importanti", dice Padoan.
Da ultimo, il ministro sprona le grandi banche popolari a trasformarsi in società per azioni, abbandonando il principio 'una testa un voto', e a "valutare le necessarie e opportune aggregazioni".
"È ormai tempo che su questo fronte azionisti e manager vincano le perplessità e si adeguino alle esigenze di un contesto di mercato e di regolamentazione che richiede dimensioni ben diverse", ha detto il titolare dell'Economia.
(Giuseppe Fonte)