Di Scott Kanowsky
Investing.com - Le richieste di mutui negli Stati Uniti hanno toccato il minimo in 22 anni la scorsa settimana, segnale che l’impennata dell’inflazione e i timori per un potenziale ribasso economico potrebbero stare pesando sulla domanda immobiliare.
Il volume delle richieste di mutui per la settimana terminata il 15 luglio è sceso su base rivista destagionalizzata del 6,3% rispetto alla settimana prima, secondo i dati di questo mercoledì della Mortgage Bankers Association (MBA). L’indice sugli acquisti della MBA, che misura le richieste di mutui per la casa in particolare, è sceso del 7% su base rivista destagionalizzata.
“L’attività di acquisti è scesa sia per i mutui convenzionali che governativi, tra l’indebolimento delle prospettive economiche, l’inflazione alta e il persistere di prezzi poco accessibili che pesano sulla domanda degli acquirenti”, spiega Joel Kan della MBA.
E aggiunge che il calo è in linea con il rallentamento dell’attività di edilizia immobiliare, per via di una debole domanda degli acquirenti, di carenza di materiali edili e dell’impennata dei costi.
Intanto, i tassi dei mutui salgono sempre di più, col rialzo dei costi di prestito innescato in parte dall’aggressivo recente inasprimento monetario della Federal Reserve.
Il tasso di interesse medio per un mutuo trentennale a tasso fisso con saldo di 647.200 dollari o meno è salito al 5,82% dal 5,74% della settimana prima. Lo stesso tasso per mutui a saldo superiore a 647.200 dollari è schizzato al 5,31% dal 5,25%.
Le domande di rifinanziamento, più inclini a reagire ai movimenti dei tassi, sono scese del 4% al minimo dal 2000. Rispetto alla stessa settimana di un anno fa, si tratta di un crollo dell’80%.
“[C]on la maggior parte dei tassi dei mutui di oltre due punti percentuali superiori ad un anno fa, la domanda di rifinanziamenti continua a crollare”, dice Kan.