ROMA (Reuters) - Nonostante le violenze in Libia, l'Italia intende mantenere aperta la sua ambasciata nel Paese. Lo ha detto oggi il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni.
L'ambasciata di Tripoli "continua a rimanere aperta e lo sarà fin quando ci saranno le condizioni", ha detto Gentiloni in un'audizione al Senato per presentare le linee guida del suo dicastero.
Per l'Italia "non esiste comunque alcuna soluzione militare" in Libia che, a tre anni dalla caduta del leader Muammar Gheddafi, rimane in una situazione di grande instabilità con milizie rivali ben armate che competono per il potere.
"Dobbiamo andare oltre una narrativa semplicistica rivoluzione-controrivoluzione, islamisti-antislamisti. Lavoriamo per l'obiettivo immediato di un cessate il fuoco, anche per risultati minimi. Anche 12 ore sono, per i diritti umani, un risultato importante", ha aggiunto il ministro.
Gli scontri non risparmiano Tripoli, dove una fazione alleata al clan dominante a Misurata ha preso il controllo della capitale nell'estate e dato vita ad un governo rivale a quello del primo ministro Abdullah al-Thinni.
A fare le spese dell'instabilità è la produzione petrolifera, con lo stop allo sfruttamento di diversi giacimenti contesti da clan e milizie diverse.
La compagnia statale Noc ha detto tuttavia che proverà a riaprire la prossima settimana i pozzi di El Feel, sfruttati assieme ad Eni nel sudovest del paese, che erano stati chiusi assieme ai vicini giacimenti di El Sharara a cause degli scontri.