Investing.com - Il tasso d’inflazione degli Stati Uniti ha subito un lieve rallentamento su base annua, come previsto, nel mese di novembre, un dato chiave che probabilmente influenzerà l’evoluzione dei tassi d’interesse della Federal Reserve nel prossimo anno.
Il mese scorso la crescita dei prezzi al consumo annuale è scesa al 3,1%, in decelerazione rispetto al 3,2% di ottobre, secondo i dati forniti questo martedì dal Bureau of Labor Statistics. Su base mensile la lettura è salita dello 0,1%, poiché l’aumento dei costi degli alloggi ha compensato il calo dei prezzi del gas. Gli economisti avevano previsto dati pari rispettivamente al 3,1% e allo 0,0%.
Il dato “core”, che non tiene conto di voci volatili come alimenti ed energia, è aumentato del 4,0% annualmente, in linea con il mese precedente. Su base mensile, il rialzo dei prezzi si è attestato allo 0,3%, un ritmo leggermente più veloce rispetto allo 0,2% di ottobre. Entrambi hanno rispettato le stime.
I dati potrebbero dare un’idea dell’impatto della lunga campagna di rialzi dei tassi di interesse della Fed sulla crescita dei prezzi nella più grande economia del mondo. Sebbene alcuni osservatori di mercato prevedano che la banca centrale inizierà a ridurre i costi di finanziamento all’inizio del prossimo anno, il presidente della Fed Jerome Powell ha sottolineato che i funzionari continueranno a muoversi “con cautela” alla ricerca di prove che dimostrino che il recente periodo di inflazione elevata è stato placato.
Domani la Fed presenterà la sua ultima decisione di politica monetaria. Ma, con la certezza che la banca centrale manterrà i tassi d’interesse a un livello massimo di oltre due decenni, tra il 5,25% e il 5,50%, l’attenzione sarà probabilmente concentrata sulle dichiarazioni di Powell. I riflettori saranno inoltre puntati sulla pubblicazione del “dot plot” trimestrale della Fed, un indicatore di dove i policymaker prevedono che vadano i tassi in futuro.
“Questo report non cambierà probabilmente l’opinione della Fed, che dovrà aspettare ancora un po’ prima di iniziare a parlare di taglio dei tassi”, ha dichiarato Kathy Jones, Chief Fixed Income Strategist di Charles Schwab (NYSE:SCHW), in un post sulla piattaforma social X. “La direzione di marcia è buona ma non è ancora a destinazione”.
Le scommesse che la Fed taglierà i tassi già a marzo del prossimo anno si stanno riducendo. Al contrario, i mercati stanno valutando circa il 50% di possibilità di una riduzione dei tassi a maggio, come mostra lo strumento FedWatch del CME.
Ad alimentare le aspettative che la Fed eviterà un taglio anticipato dei tassi sono stati i dati sull’occupazione di venerdì scorso, più forti del previsto, che hanno evidenziato la persistente solidità del mercato del lavoro. Se da un lato è un vantaggio per l’attività economica in generale, dall’altro un quadro occupazionale solido potrebbe esercitare una pressione al rialzo sui salari e sull’inflazione, rafforzando l’ipotesi che la Fed mantenga i tassi ai livelli attuali per un periodo di tempo più lungo.
I future Dow oscillano al di sopra della linea piatta dopo i dati sull’inflazione, mentre i {{1175153|future S&P 500}} sono scesi e i future Nasdaq restano per lo più invariati. L’indice del dollaro, che replica l’andamento del biglietto verde rispetto a un paniere di valute, è in calo.
Nel frattempo, il rendimento dei titoli del Tesoro USA a 2 anni, sensibile ai tassi, e il rendimento dei decennali sono scesi. I rendimenti solitamente si muovono in modo inversamente proporzionale ai prezzi.