ROMA (Reuters) - Le speranze di ritrovare persone ancora in vita dopo l'ultimo naufragio nel Mediterraneo a circa 30 miglia nautiche dalla costa libica si stanno affievolendo, e si teme che i morti siano 200.
Ieri, ha riferito la Guardia Costiera, la Marina italiana e quella irlandese [l'Irlanda partecipa alla missione di pattugliamento europea Triton], insieme alla nave Phoenix di Medici Senza Frontiere, hanno raccolto oltre 370 persone in mare, dopo il rovesciamento di un'imbarcazione su cui viaggiavano, secondo le stime, fino a 600 migranti.
I sopravvissuti sono in gran parte siriani, in fuga dalla guerra civile.
I soccorritori hanno raccolto 25 cadaveri ma non hanno trovato altri superstiti, dopo aver perlustrato le acque anche di notte. La ricerca continua anche oggi.
L'incidente di ieri è avvenuto quando all'imbarcazione si stava avvicinando una nave irlandese, la LE Niamh, probabilmente per lo spostamento improvviso di molti passeggeri. Secondo il ministro della Difesa irlandese Simon Coveney, che ha parlato oggi ai microfoni dell'emittente radiofonica Rte, l'imbarcazione "era sovraccarica, e le condizioni erano tali che la barca ha iniziato ad imbarcare acqua, si inclinata su un lato, si è capovolta ed è affondata, tutto nel giro di due minuti".