di Paolo Biondi
ROMA (Reuters) - Cosa cambierà il referendum scozzese in Italia e nella Ue? Avrà influenze, oltre che mediatiche, sull'Unione Europea e sull'Italia?
Sicuramente inciderà nel medio e lungo periodo. Ma già ora possiamo dire tre cose, fare tre valutazioni che hanno un effetto immediato.
La prima. Negli ultimi tempi molto si è discusso sul generalizzato abbassamento della partecipazione al voto che ha toccato nuovi minimi alle elezioni Europee della scorsa primavera. Ieri, in Scozia, l'affluenza rispetto a maggio è più che raddoppiata superando l'85%. Quando la politica è vicina alla gente, tocca questioni avvertite prossime e comprensibili, la partecipazione è altissima. Senza se e senza ma.
In secondo luogo la vittoria è stata schiacciante, oltre 11 punti di scarto a favore del no, a dispetto di quanto si diceva e i mass media, soprattutto i social media, lasciavano presagire. La distanza fra realtà e sua raffigurazione è troppo alta.
La terza è quella più operativa. Il successo del referendum scozzese è legato anche alla richiesta di più Europa che quella nazione chiede alla Gran Bretagna e alla devoluzione che da Londra otterrà in cambio. Unione Europea e devoluzione non sono quindi antitetiche e rappresentano politiche lontanissime dal sentire di David Cameron e del suo elettorato conservatore. Imporranno quindi un cambio di passo in Gran Bretagna ma anche in Europa e da noi. Da oggi siamo tutti un po' più scozzesi.