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Rifiuti, entro due anni discariche italiane esaurite, dice rapporto

Pubblicato 19.11.2014, 15:37
© Reuters. L'ex discarica di rifiuti di Malagrotta, a Roma

ROMA (Reuters) - Entro due anni, senza un aumento consistente della raccolta differenziata di rifiuti, le discariche italiane esauriranno lo spazio a disposizione, secondo un rapporto reso noto oggi.

"Con i ritmi attuali di smaltimento, le discariche italiane si esauriranno entro i prossimi due anni", dice un comunicato sul primo rapporto del Waste Strategy, un think tank italiano di settore a cui partecipano tra l'altro aziende pubbliche di gestione dei rifiuti come Hera e Ama, imprese private come Basf e Nestlé e consorzi di recupero e riciclaggio come Comieco, Conai e Corepla.

"Il mix di gestione italiano rimane ancora troppo sbilanciato sulle discariche che in alcune aree del nostro Paese sono la destinazione finale di oltre il 90% dei rifiuti urbani prodotti (la media nazionale si attesta sul 37%)", dice il comunicato. "In questo quadro generale, le situazioni più critiche si registrano in Sicilia, Calabria, Lazio, Puglia e Liguria".

"Le regioni meno dotate di impianti sono anche quelle con i livelli di raccolta differenziata più bassi. Analizzando i Piani Regionali emerge la tendenza a continuare a puntare sulle discariche o, addirittura, a non prevedere soluzioni per lo smaltimento", dice il think tank, che sostiene la necessità di aumentare da un lato il riciclaggio e dall'altro di costruire termovalorizzatori.

"Anche qualora previsti i termovalorizzatori raramente giungono a costruzione: della capacità totale prevista dagli ultimi Piani Regionali disponibili ne è stata realizzata meno del 20%", dice la nota.

Le direttive europee in materia di rifiuti prevedono l'obiettivo del riciclaggio al 50% entro il 2020 e al 70% entro il 2030.

© Reuters. L'ex discarica di rifiuti di Malagrotta, a Roma

Secondo l'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra), nel 2013 in Italia sono state prodotte 29,6 milioni di tonnellate di rifiuti, quasi 400.000 in meno dell'anno precedente, e circa 260.000 sotto il dato del 2002, soprattutto a causa della crisi economica.

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