Si alza il sipario sull’indice del carovita USA che potrebbe segnare un 2,5% su base annua. Intanto, però, il prezzo del petrolio è sceso del 20% dai massimi di inizio ottobre
L’attenzione degli investitori è sempre più rivolta alle aspettative sull’inflazione statunitense che possono scompaginare il percorso di rialzo dei tassi disegnato dalla Federal Reserve. D’altra parte, con un ciclo di espansione che è già il più lungo della storia americana, con la disoccupazione ai minimi dal dopoguerra, e con le retribuzioni in tensione, le preoccupazioni sul carovita USA si moltiplicano e con esse i timori che i tassi di interesse del mercato obbligazionario possano salire ulteriormente.
DOMANI APPUNTAMENTO IMPORTANTE
L’appuntamento in agenda domani diventa quindi da cerchiare in rosso sul calendario delle scadenze macroeconomiche. Sarà infatti reso noto l’indice headline (complessivo) dei prezzi al consumo di ottobre che, secondo gli esperti di Euromobiliare Sgr, potrebbe attestarsi al 2,5% su base annua, in aumento rispetto al 2,3% di settembre, mentre il dato dell’inflazione core (al netto delle componenti energia e alimentari) dovrebbe mantenersi stabile al 2,2%...
** Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge. Una parte di contenuti e dati gentilmente concessi da Euromobiliare Asset Management