--------------------------------------------------------------- INDICE ORE 8,45 VAR% CHIUSURA 2009 MS A-P exJ <.MIAPJ0000PUS> 391,52 -2,22 416,54 HONG KONG <.HSI> 19.818,06 -1,56 21.872,50 SINGAPORE <.FTSTI> 2.807,52 -1,13 2.897,62 TAIWAN <.TWII> 7.567,10 -0,16 8.188,11 SEOUL <.KS11> 1.647,50 -2,21 1.682,77 SHANGHAI COMP <.SSEC> 2.692,319 -1,73 3.277,14 SYDNEY <.AXJO> 4.480,700 -2,02 4.870,64 INDIA <.BSESN> 16.726,40 -1,54 17.464,81 ---------------------------------------------------------------
MILANO, 7 maggio (Reuters) - Le principali piazze dell'area Asia-Pacifico continuano a viaggiare in territorio negativo, affossate dalle forti perdite della piazza americana e dalla crisi debitoria della zona euro.
Influisce anche il deprezzamento della sterlina
"La crisi del debito greco sta ricordando agli investitori cosa è accaduto dopo il collasso di Lehman Brothers. Il fallimento di un'istituzione finanziaria ha finito per innescare un effetto a catena sull'economia globale", ha detto Kazuhiro Takahashi, general manager per Daiwa Securities.
Intorno alle 8,45 italiane, l'indice MSCI delle Borse asiatiche <.MIAPJ0000PUS>, che esclude Tokyo, perde il 2,22%, mentre il Nikkei <.N225> ha chiuso in calo del 3,1% ai minimi da due mesi.
A HONG KONG <.HSI> pesano soprattutto i titoli legati al retail. Esprit Holdings <0330.HK>, focalizzata sui mercati europei, cede quasi il 6%, mentre L'Occitane <0973.HK>, società francese specializzata in cosmetici, ha perso circa l'8%.
SHANGHAI <.SSEC> vede la sua seconda perdita più grossa dell'anno in termini percentuali.
TAIWAN <.TWII> riesce a contenere le perdite, in calo di appena lo 0,16%. Particolarmente colpiti sono i finanziari, con l'indice di settore <.TFNI> in calo dell'1,16%.
La piazza di SYDNEY <.AXJO> chiude la sua peggiore settimana con un calo complessivo del 6,8%, il più forte dal novembre 2008, picco della crisi finanziaria globale.
La borsa indiana <.BSESN> si avvia a chiudere la sua seconda settimana consecutiva in calo, con i finanziari particolarmente colpiti e gli analisti che accusano l'incertezza sulla questione del debito della zona euro.