MILANO/BRUXELLES (Reuters) - La manovra 2017 dell'Italia rischia di non rispettare i requisiti di bilancio europei e la Commissione rimanda i conti a un giudizio definitivo nella prima parte del 2017.
È quanto si legge nel documento contenente i pareri di Bruxelles sulle prospettive delle finanze pubbliche dei Paesi della zona euro nel prossimo anno.
L'opinione Ue non entra formalmente nel merito della richiesta italiana di scorporare le spese previste nel 2017 per l'emergenza migranti (0,2% del Pil) e per la ricostruzione e prevenzione legate agli eventi sismici (un altro 0,2%). Ma in conferenza stampa il Commissario agli Affari economici e monetari Pierre Moscovici ha riconosciuto che "una parte significativa" dello sforamento è riconducibile a tali fattori", aggiungendo che la Commissione ne terrà conto. In precedenza la Commissione aveva definito "non costruttiva" la spiegazione italiana al riguardo.
L'Italia, commentano dal Tesoro, si dice fiduciosa che la crescita consenta di raggiungere gli obiettivi e quindi annullare i rischi di non conformità, anche alla luce del buon andamento degli ultimi dati economici, e apprezza che la Commissione abbia deciso di adottare un orientamento espansivo del bilancio aggregato dell'Eurozona con l'obiettivo di un disavanzo dello 0,5%.
TERZA FASCIA
Bruxelles ha inserito l'Italia nel gruppo di 13 Paesi per i quali sono stati identificati degli squilibri e per i quali è necessaria una revisione approfondita. L'Italia rientra poi, insieme a Belgio, Cipro, Lituania, Slovenia e Finlandia, nella terza fascia del cosiddetto 'braccio preventivo' del Patto di Stabilità, quella dei Paesi la cui manovra "pone il rischio di mancato rispetto delle richieste per il 2017".
"La Commissione presenterà le conclusioni delle revisioni approfondite nell'ambito dei suoi Country Report annuali nella prima parte del 2017" si legge.
Al lordo delle spese post sisma e per i migranti la legge di bilancio italiana prevede per il 2017 un peggioramento del saldo strutturale di 0,4 punti percentuali del Pil a fronte di una richiesta di miglioramento pari a 0,6 o più punti percentuali da parte del Consiglio Ue nelle raccomandazioni dello scorso luglio.
L'obiettivo di medio termine Ue prevede il pareggio di bilancio in termini strutturali, quindi al netto di entrate e spese one-off e degli effetti del ciclo. Per questo la regola Ue richiede un calo annuo del deficit strutturale di 0,5 punti percentuali del Pil sino al raggiungimento del pareggio.
"Se gli eventi richiamati dal Governo italiano fossero riconosciuti eccezionali nella misura indicata nel DPB e nell'ipotesi di congiuntura sfavorevole, il peggioramento proposto dal Governo sarebbe, su base annuale, a rischio di deviazione al limite della significatività" commentava ieri l'Ufficio parlamentare di bilancio, l'authority indipendente sulla finanza pubblica italiana, nel suo "Rapporto sulla politica di bilancio 2017".
Circa il mancato rispetto delle regole di riduzione del rapporto debito/Pil per riportarlo entro il livello del 60% la Commissione ha detto oggi che si occuperà del debito pubblico italiano in un altro rapporto.
Anche nel 2016 il rapporto debito/Pil è atteso in crescita a 132,8% secondo stime governative.
FRANCIA VERSO RISPETTO VINCOLI 2017
Nel braccio preventivo del Patto di Stabilità la Commissione inserisce in prima fascia Germania, Estonia, Lussemburgo, Slovacchia e Paesi Bassi, ovvero i Paesi che rispettano le richieste sui conti pubblici, mentre Irlanda, Lettonia, Malta e Austria vanno in seconda fascia, quella dei Paesi che "in linea di massima" soddisfano le richieste, sebbene possa emergere qualche deviazione di medio termine dal percorso di aggiustamento dei conti.
Fuori dal braccio preventivo e dentro a quello 'correttivo' stanno Francia, Spagna e Portogallo, sui cui Bruxelles ha aperto una proceduta per deficit eccessivo. La Francia è giudicata in grado di rispettare i vincoli, mentre per gli altri due Paesi sussistono rischi di sforamento per il 2017.