1. I titoli cinesi segnano il crollo peggiore dal 2007
L’indice Shanghai Composite è crollato di quasi il 9% questa mattina, il calo giornaliero maggiore dal febbraio del 2007, dopo la decisione di Pechino di non adottare nuove misure di stimolo nel corso del weekend a supporto dei titoli dopo il crollo dell'11% segnato la scorsa settimana.
I titoli azionari cinesi sono andati sotto forte pressione alla vendita nelle ultime settimane tra i timori che l'economia cinese possa continuare ad indebolirsi e che Pechino possa decidere di deprezzare ulteriormente lo yuan.
I crolli sui mercati finanziari sono seguiti alla decisione della Cina di svalutare lo yuan l'11 agosto, decisione che ha scatenato un selloff dei titoli azionari, delle materie prime e degli investimenti dei mercati emergenti.
2. Continua il selloff sui mercati europei
In Europa, il tedesco DAX è crollato di quasi il 3%, il francese CAC 40 segna -2,7%, mentre a Londra il FTSE 100 vede un crollo del 2,5%, tra i timori per un indebolimento economico globale causato dalla Cina che hanno intimorito i traders e che pesano sul sentimento.
La scorsa settimana per le borse europee è stata la peggiore degli ultimi quattro anni.
3. Wall Street aprirà al ribasso
I titoli azionari statunitensi puntano ad un’apertura in forte ribasso per via dell’aumento dei timori legati allo stato di salute dell’economia cinese.
I futures Dow scendono di 380 punti, o del 2,3%, i futures S&P 500 sono in calo di 43 punti, o del 2,15%, mentre i futures Nasdaq 100 perdono 149 punti, con un crollo del 3,54%.
Gli indici Dow e S&P 500 venerdì hanno segnato il calo giornaliero peggiore dal 2011, entrando in territorio di contrazione.
4. Il prezzo del greggio crolla ad un nuovo minimo
Il prezzo del greggio crolla ad un livello che non si registrava dall’apice della crisi finanziaria globale del 2009, a causa dei crolli sui mercati azionari cinesi che hanno pesato sulla fiducia degli investitori.
I futures del greggio scambiati sulla borsa di New York sono inferiori ai 39 dollari al barile per la prima volta in sei anni, mentre il prezzo del greggio Brent scambiato sulla borsa di Londra si attesta al di sotto di 44 dollari tra i timori per un calo della domanda dalla Cina e per l’eccesso di scorte.
5. Le valute dei mercati emergenti crollano sulla scia della Cina
Le valute dei mercati emergenti segnano un crollo questo lunedì, per via della bassa propensione al rischio.
La lira turca scende contro il dollaro, con la coppia USD/TRY al massimo di 2,986, non lontano dal massimo storico di 2,999 segnato giovedì scorso.
Il rublo russo è crollato al minimo da gennaio contro il dollaro, con la coppia USD/RUB che schizza del 2,87% a 71,13.
La rupia indiana ha visto un crollo al minimo dal settembre 2013 questa mattina, con la coppia USD/INR su a 66,7.
Intanto, le valute dei mercati emergenti asiatici crollano ai minimi pluriannuali, con il ringgit malese al minimo di 17 anni. Anche la rupia indonesiana tocca il minimo di 17 anni, mentre il dollaro di Taiwan e il baht di Tahiti crollano al minimo dal 2009.