Investing.com - “Il programma di acquisto di asset”, ovvero il Quantitative easing, “ha ancora uno spazio considerevole”. Con queste parole, Mario Draghi ha parlato delle scelte di politica monetaria che riguarda la Banca centrale europea, facendo intendere che il programma utilizzato per affrontare la crisi finanziaria del debito e dell’economia potrebbe non essere del tutto terminato.
“In assenza di un miglioramento, al punto che sia minacciato il ritorno di un’inflazione sostenibile ai livelli desiderati, sarà necessario un ulteriore stimolo”, ha annunciato Draghi.
“Ulteriori tagli dei tassi e misure per mitigare qualsiasi effetto collaterale continuano a far parte degli strumenti a nostra disposizione”, ha aggunto Draghi.
Fondamentale sarà il ruolo della situazione economica futura. “Guardando in avanti lo scenario dei rischi rimane negativo”, ha spiegato Draghi “e gli indicatori per i prossimi trimestri indicano una debolezza persistente. Non si sono dissipati quei rischi evidenti durante tutto lo scorso anno, in particolare i fattori geopolitici, la crescente minaccia del protezionismo e le vulnerabilità dei mercati emergenti", ha concluso
Le parole sono state pronunciate da Draghi nel corso del simposio delle banche centrali che si sta svolgendo a Sintra in Portogallo.
L’incontro era particolarmente atteso dai mercati, con le banche particolarmente interessate. Mentre Draghi parlava, infatti, i titoli finanziari hanno iniziato a recuperare, per poi virare nuovamente in negativo.
A Milano, infatti, il FTSE Italia All Share Banks cede lo 0,56%, con Ubi Banca (MI:UBI) che cede l’1,57%, seguita da Intesa Sanpaolo (MI:ISP), illimity Bank (MI:ILTY) Unicredit (MI:CRDI), Mediobanca (MI:MDBI), Bper Banca (MI:EMII), Banca Popolare di Sondrio (MI:BPSI) e Banco Bpm (MI:BAMI).
Resistono, invece, doBank (MI:DOB), in crescita del 3%, a cui si aggiungono Banca Piccolo Credito Valtellinese (MI:PCVI) (Creval) e Banca Generali (MI:GASI) con un +2%.