MILANO (Reuters) - Il Consiglio dei ministri ha approvato in via definitiva il decreto legislativo in materia di intercettazioni, confermandone il ruolo come fondamentale strumento di indagine ma "creando un giusto equilibrio tra la segretezza della corrispondenza e di ogni altra forma di comunicazione e il diritto all'informazione".
Il decreto introduce disposizioni che vanno ad incidere sull'utilizzo delle intercettazioni, oltre a disciplinare le comunicazioni intercettabili.
Una nota di Palazzo Chigi spiega che "la finalità è quella di escludere, in tempi ragionevolmente certi e prossimi alla conclusione delle indagini, ogni riferimento a persone solo occasionalmente coinvolte dall'attività di ascolto, nella prospettiva di impedire l'indebita divulgazione di fatti e riferimenti a persone estranee" alle indagini.
Il decreto introduce dunque il delitto di "diffusione di riprese e registrazioni di comunicazioni fraudolente", punibile con la reclusione fino a quattro anni per chi diffonde video, immagini o conversazioni riprese in modo fraudolento.
Viene inoltre introdotto il divieto di trascrizione delle comunicazioni o conversazioni ritenute irrilevanti per le indagini. É prevista anche una nuova disciplina del deposito degli atti riguardanti le intercettazioni e la selezione del materiale raccolto, con l’introduzione di una procedura in due fasi, che prevede in un secondo momento l'acquisizione delle intercettazioni rilevanti.
Il testo modera anche l'uso dei cosiddetti Trojan horse all'interno dei dispositivi elettronici: non potranno essere tenuti attivi senza limiti di tempo e di spazio, ma attivati da remoto secondo quanto previsto dal pm nel programma di indagine.