È arrivata la risposta della Cina in merito alle preoccupazioni sulla sua legge antispionaggio, dopo che gli Stati tedeschi di Berlino, Assia e Renania-Palatinato hanno cancellato i viaggi dei revisori tedeschi presso le aziende farmaceutiche cinesi sostenendo di non poterne garantire la sicurezza.
Pechino ha ribadito che la legge si rivolge solo a poche attività di spionaggio e che non dovrebbe interferire con le normali attività commerciali. “La Cina è risoluta nel portare avanti un'apertura e una riforma di alta qualità. Siamo impegnati a fornire alle imprese cinesi e straniere un ambiente commerciale orientato al mercato, basato sulla legge e internazionalizzato", ha dichiarato Mao Ning, portavoce del ministero degli Esteri cinese.
"Per quanto riguarda la legge antispionaggio, essa prende di mira solo una manciata di attività che mettono in pericolo la sicurezza nazionale, non le normali attività commerciali. Quindi, finché le aziende e il personale interessato possono agire in conformità con la legge, non c'è nulla di cui preoccuparsi” ha proseguito la portavoce a Pechino.
L'ambiguità della nuova legge antispionaggio cinese
L'Europa importa un elevato numero di farmaci dalla Cina, che è uno dei maggiori fornitori mondiali, ed essi devono soddisfare gli standard europei di controllo della qualità.Queste nuove restrizioni rischiano di aggravare l'interruzione delle catene di approvvigionamento. Gli ispettori tedeschi, che costituiscono il più grande ispettorato europeo, si rifiutano di recarsi in Cina a visitare e ispezionare i siti produttivi per timore di essere arrestati in base alla revisione della legge antispionaggio del Paese.
La decisione di cancellare i viaggi degli ispettori è stata sostenuta dall'industria farmaceutica tedesca. “Entrano nelle aziende e si guardano intorno, prendono appunti, raccolgono dati e hanno semplicemente paura di rappresaglie o, nel peggiore dei casi, di essere arrestati se si recano sul posto e ispezionano le fabbriche”, ha dichiarato all'emittente tedesca Tagesschau Dorothee Brakmann, Ceo della German Pharma Association.
La legge riveduta include ulteriori restrizioni sul trasferimento di dati, ma non cita con chiarezza quale tipo di dati sia considerato una minaccia per la “sicurezza nazionale” dal governo cinese.