Investing.com - Ecco le cinque principali notizie da seguire sui mercati finanziari questo lunedì 4 marzo:
1. USA e Cina vicini ad un accordo commerciale
Il calendario economico odierno è piuttosto leggero e la maggior parte dell’attenzione è rivolta alle notizie commerciali dopo le voci secondo cui Stati Uniti e Cina sarebbero vicini ad un accordo che metta fine ad un anno di scontri.
Il Presidente USA Donald Trump e il Presidente cinese Xi Jinping potrebbero firmare un accordo ufficiale in occasione di un summit il 27 marzo, dati i progressi compiuti nelle trattative tra i due paesi, secondo quanto ha riportato ieri il Wall Street Journal.
Le due nazioni sarebbero vicine ad un accordo che eliminerebbe i dazi USA su almeno 200 milioni di dollari di beni cinesi, con Pechino che promette di effettuare dei cambiamenti economici strutturali e di eliminare i dazi sui beni USA.
2. I future dei titoli azionari USA puntano ad un’apertura al rialzo
I future dei titoli azionari USA puntano ad un’apertura positiva all’inizio di questa nuova settimana, mentre gli investitori accolgono le buone notizie sulle trattative commerciali USA-Cina.
Alle 5:35 ET (10:30 GMT), i future Dow blue-chip salgono di 74 punti, o dello 0,3%, i future S&P 500 segnano un rialzo di 6 punti, o dello 0,25%, mentre i future Nasdaq 100 legati al settore tech vanno su di 30 punti, o dello 0,4%.
Tra le notizie sugli utili, Salesforce.com (NYSE:CRM) sarà l’unica compagnia di rilievo a pubblicare i risultati trimestrali quest’oggi, con la stagione degli utili del quarto trimestre che volge al termine.
Intanto, le borse europee sono perlopiù al rialzo, con l’indice pan-regionale STOXX 600 che oscilla vicino a livelli che non si registravano dall’inizio di ottobre.
I mercati asiatici hanno aperto la settimana positivamente, con i titoli cinesi schizzati al massimo dal giugno 2018.
3. Trump si lamenta del dollaro forte
Il Presidente Donald Trump ha rinnovato la sua critica alla Federal Reserve affermando che l’aspra politica monetaria della banca centrale USA sta contribuendo a rafforzare il dollaro, pesando sulla competitività degli Stati Uniti.
“Alla Fed abbiamo un signore a cui piace un dollaro molto forte”, ha dichiarato Trump in occasione della Conservative Political Action Conference annuale ad Oxon Hill, in Maryland, sabato. “Anche io voglio un dollaro forte, ma voglio un dollaro che vada bene per il nostro paese, non un dollaro che sia così forte da renderci proibitivo trattare con le altre nazioni”.
Trump ha più volte criticato la Fed e il suo presidente, Jerome Powell, da lui stesso nominato, per aver alzato i tassi di interesse.
L’indice del dollaro USA, che replica l’andamento del biglietto verde contro un paniere di altre sei principali valute, è stabile a 96,46, dopo aver segnato il massimo di quasi una settimana di 96,52.
4. Manca meno di un mese alla Brexit
Quando manca meno di un mese al giorno in cui il Regno Unito dovrebbe lasciare l’Unione Europea, ci si chiede se effettivamente il divorzio avverrà il 29 marzo.
Il Primo Ministro irlandese Leo Varadkar avrebbe riferito ai colleghi del suo gabinetto che un rinvio a giugno è “molto probabile”, secondo l’irlandese Sunday Independent che cita un ministro anonimo.
Allo stesso tempo, il Primo Ministro britannico Theresa May delineerà i piani per un finanziamento da 1,6 miliardi di sterline (2,1 miliardi di dollari) per supportare la crescita economica nelle comunità a favore della Brexit.
Il cosiddetto “Stronger Towns Fund” viene considerato da molti parte del piano di May per ottenere il sostegno necessario al suo accordo sulla Brexit da parte dei legislatori Laburisti all’opposizione, che rappresentano aree, soprattutto nel Nord dell’Inghilterra, che hanno votato fortemente a favore dell’uscita dall’UE.
May, il cui accordo con Bruxelles è stato bocciato da una vasta maggioranza di legislatori a gennaio, ha promesso al Parlamento che si voterà su un accordo rivisto entro il 12 marzo.
La sterlina si attesta a 1,3230, avvicinandosi al massimo di quasi otto mesi di 1,3351 segnato la scorsa settimana, nella riduzione dei timori di una Brexit senza accordo.
5. Prezzo del greggio su tra i segnali di un rallentamento della produzione USA
Tra le materie prime, i prezzi del greggio salgono sulla scia dei dati che hanno mostrato un calo degli impianti di trivellazione USA attivi la scorsa settimana al minimo di quasi nove mesi, suggerendo una moderazione della crescita della produzione della nazione.
I future del greggio sono inoltre in generale supportati dalle speranze che USA e Cina possano presto risolvere i loro attriti commerciali, che hanno pesato sulla crescita economica globale.
I future del West Texas Intermediate (WTI) rimbalzano di 55 centesimi, o dell’1%, a 56,34 dollari al barile, mentre i future del Brent, il riferimento internazionale, si attestano a 65,83 dollari al barile, su di 76 centesimi, o dell’1,2%.
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-- Articolo realizzato con il contributo di Reuters