Il contesto macroeconomico del paese è migliorato con tassi di crescita sostenuti nonostante il rallentamento dell’economia globale. Inoltre, i cambiamenti di lungo termine sembrano incoraggianti
L’India continua ad essere ai vertici mondiali per tassi di crescita. A trainare l’aumento della ricchezza prodotta sia la domanda di consumi e sia la natura ‘domestica’ della crescita che ha dimostrato già nel corso del 2018 di risultare abbastanza impermeabile alle dispute commerciali tra Washington e Pechino, mentre il maggiore utilizzo delle capacità locali porterà ad un incremento della spesa in conto capitale. Certo, le prossime elezioni generali che si terranno ad aprile-maggio potranno influire ma è altrettanto vero che l’impatto dei risultati elettorali tende a essere generalmente di breve termine. Nel medio termine, invece, tendono a prevalere lo stato dell’economia e la crescita degli utili societari.
INFLAZIONE MENO AGGRESSIVA, RUPIA PIÙ SOLIDA
A questo proposito, un fattore di supporto è senz’altro il rallentamento dei prezzi al consumo, grazie alla severa correzione delle quotazioni delle commodity, soprattutto del petrolio grezzo, dato che l’India è un importatore netto di petrolio. In virtù di un’inflazione meno aggressiva, la rupia dovrebbe essere meno sotto pressione mentre il sistema bancario, che ha avuto difficoltà legate a prestiti deteriorati per un lungo periodo, ora evidenzia segnali di miglioramento...
** Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge. Una parte di contenuti e dati gentilmente concessi da Schroders (LON:SDR)