MILANO (Reuters) - Populismo e politica non intimoriscono gli investitori quanto un anno fa e le imminenti elezioni in Italia, dove la nuova legge elettorale non lascia spazio a governi euroscettici e l'economia vive un momento florido, non sembrano condizionare pesantemente il posizionamento sul nostro Paese.
E' quanto emerge da un sondaggio condotto da Reuters fra gestori italiani e stranieri.
"Le prospettive positive per l'Italia sono riflesse nella nostra blanda preferenza per gli asset periferici", ha detto Pascal Blanqué, Cio di Amundi, che vede opportunità anche nei segmenti del mercato azionario italiano più esposti alla crescita degli investimenti e nei finanziari.
"Potremmo vedere una temporanea volatilità sul flusso delle notizie (relative alle elezioni) ma ci aspettiamo che i Btp tenderanno a fare meglio dei rendimenti 'core' nel medio periodo, specialmente nel contesto di tassi europei in salita".
L'epilogo politico più gettonato fra i gestori è quello della creazione di una grande coalizione di governo, scenario che non manca tuttavia di suscitare qualche perplessità nel medio periodo.
"Al momento sembra che i margini per implementare le necessarie riforme strutturali saranno piuttosto limitati per qualsiasi coalizione", sottolinea Cedric Baron, responsabile Multi Asset di Generali (MI:GASI) Investments che non ha cambiato l'esposizione agli asset italiani in vista del 4 marzo.
"Il rischio sempre più concreto è che dopo le elezioni di marzo l'Italia si ritrovi ad avere comunque governi senza una solida maggioranza e senza una linea d'azione chiara e forte", fa notare Manuel Pozzi, investment director di M&G Investments. Il gestore avverte, in particolare, che un possibile rallentamento delle riforme nel lungo termine renderebbe il Paese più vulnerabile all'andamento dei tassi "in assenza di un migliormento della produttività, quindi della crescita potenziale, oltre che di una riduzione del debito".
Un problema cronico dell'Italia secondo Schroders (LON:SDR) - quello dello stallo delle riforme - che difficilmente innescherà un drastico cambiamento nella relazione con le autorità europee.
"Di conseguenza, non stiamo modificando drasticamente il nostro posizionamento in vista delle elezioni italiane a marzo", ha detto Luca Tenani, country head Italy asset management di Schroders.
La sfida politica che preoccupa di più Tenani sarà quella delle elezioni di mid-term negli Stati Uniti a novembre.
Non manca, al contrario, chi pensa che i rischi legati alle elezioni di marzo non si siano affatto attenutati e chi, come Sella Gestioni, resta prudente sui governativi tricolori temendo che il basso premio al rischio incorporato oggi dai prezzi sia vulnerabile al rientro del sostegno da parte della Bce.