Investing.com - Il dollaro resta supportato vicino al massimo di oltre 11 anni contro le altre principali valute questo giovedì, dopo i dati che hanno mostrato che le nuove richieste di sussidio si disoccupazione USA sono scese al minimo dal 2000 la scorsa settimana.
Il Dipartimento per il Lavoro USA ieri ha dichiarato che il numero delle nuove richieste di sussidio di disoccupazione nella settimana terminata il 24 gennaio è sceso di 43.000 unità a 265.000 dal totale della settimana precedente di 308.000 unità.
Gli analisti avevano previsto un calo di 8.000 unità a 300.000 la scorsa settimana.
Il dollaro resta supportato dopo che la Federal Reserve ha indicato che i tassi di interesse potrebbero iniziare a salire intorno a metà anno.
Ieri, a conclusione del vertice di politica monetaria, la Fed ha annunciato che manterrà i tassi invariati almeno fino a giugno ed ha ribadito l’intenzione di essere paziente in merito all’aumento dei tassi di interesse, riconoscendo comunque la solida ripresa economica e la forte crescita nel mercato del lavoro.
L’Indice del Dollaro USA, che replica l’andamento del biglietto verde contro un paniere di altre sei principali valute, si è attestato a 94,85, restando al di sotto del massimo di oltre 11 anni di 95,77 segnato venerdì.
Il cambio EUR/USD è salito dello 0,21% a 1,1312 dopo che l’Ufficio Federale di Statistica tedesco ha dichiarato che il numero dei disoccupati si è ridotto per il quarto mese consecutivo a gennaio, con un calo di 9.000 unità, contro il previsto calo di 10.000 unità.
Il report ha mostrato inoltre che il tasso di disoccupazione tedesco è sceso al minimo storico del 6,5% a gennaio dal 6,6% di dicembre, in linea con le aspettative.
Altri dati hanno mostrato che questo mese la Germania è in deflazione per la prima volta dal luglio 2009. Il tasso annuo di inflazione è sceso dello 0,3% a gennaio, dallo 0,2% di dicembre e contro le aspettative di un calo dello 0,2%.
Il sentimento dei mercati resta vulnerabile dopo che ieri il nuovo governo greco ha deciso di ridurre le impopolari misure di austerity alla base del salvataggio da 240 miliardi di euro, facendo crescere l’apprensione per gli scontri con i creditori internazionali.
La sterlina è in calo contro il dollaro, con la coppia GBP/USD in calo dello 0,09% a 1,5124 dopo il report della Nationwide Building Society in cui si legge che l’indice dei prezzi delle case britanniche è salito dello 0,3% questo mese, in linea con le aspettative, dopo l’aumento dello 0,2% a dicembre.
La coppia USD/CHF sale dell’1,50% a 0,9192 ed il cambio EURCHF sale dell’1,67% a 1,0387, nelle crescenti aspettative di un ulteriore intervento sulla valuta da parte della Banca Nazionale Svizzera.
Lo yen è in calo, con il cambio USD/JPY su dello 0,48% a 118,12.
Il dollaro australiano e neozelandese sono in calo, con la coppia AUD/USD che crolla dell’1,24% ad un nuovo minimo di cinque anni e mezzo a 0,7789 ed il cambio NZD/USD giù dello 0,62% al nuovo minimo di quattro anni di 0,7271.
Il “kiwi” si è indebolito dopo che la RBNZ ha mantenuto il tasso di interesse di riferimento al minimo storico del 3,50% ed ha dichiarato di essere pronta ad abbassare ulteriormente i costi di prestito per via del crollo del prezzo del greggio.
Il dollaro canadese resta stabile vicino al minimo di quasi sei anni, con la coppia USD/CAD a 1,2530.
Nel corso della giornata, gli Stati Uniti pubblicheranno i dati del settore privato sulle vendite di case in corso.