La Commissione europea deve intervenire "al più presto" perché il settore automobilistico rischia multe salate all'avvicinarsi della scadenza per la riduzione delle emissioni medie di auto e furgoni, ha ribadito oggi il Partito Popolare Europeo.
Gli standard più severi sulle emissioni di CO2, concordati nel 2019, entreranno in vigore l'anno prossimo, ma i produttori di auto puntano il dito contro la lentezza delle vendite di veicoli elettrici.
Sostenendo che il mercato delle auto elettriche "non si sta sviluppando come ci si aspettava", il Ppe ha ripetuto gli avvertimenti delle case automobilistiche, secondo cui un'industria in difficoltà sta affrontando la prospettiva di multe per miliardi di euro.
Finora, la Commissione europea ha mantenuto la sua posizione secondo cui le case automobilistiche hanno già avuto anni per prepararsi ai nuovi limiti in vigore dal 2025.
Il piano dei Popolari
I Popolari hanno dunque proposto il 'piano per salvare l'industria dell'automotive' e chiedere a Bruxelles di rivedere il sistema delle multe previste dal 2025 per le case automobilistiche che non centrano i target intermedi di tagli delle emissioni.Nel documento il Ppe chiede anche di garantire un approccio 'tecnologicamente neutrale' al traguardo finale del 2035 (che prevede lo stop ai nuovi veicoli a benzina e diesel), per consentire l'uso un mix di tecnologie più ampio rispetto al solo elettrico e idrogeno, tra cui biocarburanti ed e-fuels.
Gli eurodeputati del gruppo chiedono alla Commissione Ue di "presentare il prima possibile una proposta per garantire flessibilità" all'automotive.
Competizione globale
Parlando con i giornalisti a Bruxelles, il legislatore tedesco Jens Gieseke ha evitato di rispondere a una domanda sul perché l'industria automobilistica europea sia rimasta così indietro rispetto alle aziende statunitensi e cinesi nell'accaparrarsi il crescente mercato globale dei veicoli elettrici, nonostante una storia di sostanziale sostegno pubblico."Ci sono milioni di persone che lavorano nel settore", ha detto Gieseke, aggiungendo che l'appello del Ppe non riguardava i sussidi o l'invenzione di nuovi schemi di incentivazione, ma "almeno la creazione di un quadro normativo che permetta a questa industria di sopravvivere".
In un incontro con la stampa all'inizio della giornata, Vanessa Butani, responsabile della sostenibilità globale di Volvo Cars, ha messo in dubbio la logica di guardare a queste tecnologie quando l'elettrificazione è già ben avviata.
"Per le autovetture sappiamo che l'elettrificazione diretta è la soluzione più efficiente", ha detto Butani. "I carburanti a zero emissioni di carbonio non riducono effettivamente le emissioni di gas di scarico e le relative emissioni inquinanti", ha aggiunto.
"L'Europa ha bisogno di rimanere rilevante e per farlo deve essere veloce: non possiamo continuare a prendere a calci il barattolo, perché questo non farà altro che aumentare il divario di competitività", ha detto Butani.
L'Associazione europea dei costruttori di automobili (ACEA), da cui Volvo Cars si è ritirata nel 2022, ha lanciato martedì (10 dicembre) un appello per un "quadro normativo semplificato".
L'esecutivo dell'Ue presenterà all'inizio del prossimo anno un pacchetto industriale pulito, mentre la presidente della Commissione Ursula von der Leyen si è occupata personalmente di un nuovo dialogo strategico sul futuro dell'industria automobilistica in Europa.