Di Alessandro Albano
Investing.com - La Banca centrale europea si trova ad affrontare una situazione molto delicata. Inflazione, prospettive di recessione nell'Eurozona e l'indebolimento dell'euro sono i principali pensieri dei banchieri in riunione tra oggi e domani a Francoforte, con la decisione di politica monetaria che verrà comunicata alle 13:45 CEST fi giovedì. Seguirà la conferenza stampa della presidente Lagarde alle 14:30 CEST.
Il mercato si aspetta un rialzo "jumbo" dei tassi d'interesse (+0,75%) in scia alla lettura record dell'inflazione di agosto, dopo che nella scorsa riunione la banca è uscita dall'era dei tassi negativi alzando il costo dell'euro di 50 punti base.
"Viste i recenti segnali di un rialzo dei dati sull'inflazione al di là delle pressioni sui prezzi dell'energia e il notevole indebolimento dell'euro, di per sé inflazionistico, riteniamo che la probabilità di un rialzo dei tassi dello 0,75% per la prossima riunione della BCE sia aumentata in modo significativo", scrive in una nota Gergely Majoros, membro del Comitato investimenti di Carmignac.
Un'altra domanda è se la BCE indicherà un cambio di strategia per i restanti meeting di quest'anno. "Le aspettative per ottobre e dicembre sono significativamente inferiori a 75 punti base", afferma l'esperto, ma poiché la BCE è "desiderosa" di colmare il divario che la separa dalla neutralità il più rapidamente possibile, "riteniamo che sia altamente probabile un'accelerazione dei rialzi dei tassi d'interesse a 75 punti base per volta".
I rialzi dei tassi potrebbero infatti essere molto più difficili da realizzare nel 2023, spiega Majoros, a causa "del contesto potenzialmente recessivo, del superamento del picco di inflazione e della pausa del ciclo di rialzi della Fed statunitense".
Con Gazprom (MCX:GAZP) che ha chiuso i flussi di gas dal Nord Stream 1, Carmignac si aspetta infatti che anche "la carenza d’acqua aumentino la pressione sostenuta sui prezzi dell'energia e sui beni alimentari nei prossimi mesi". Brutte notizie, quindi, per gli operatori la cui visibilità sui mercati resta limitata. Majoros invita a "rimanere vigili nei prossimi mesi".
Ancora più hawkish la visione di Sylvain Broyer, Chief Economist EMEA di S&P Global Ratings, secondo cui la BCE deve fare "molto di più sui tassi", poiché le prospettive di inflazione a breve termine continuano a deteriorarsi, mentre "l'attività e il mercato del lavoro rimangono abbastanza resistenti".
"Come minimo - spiega l'economista - per tornare in territorio neutrale, la politica monetaria dovrebbe aumentare il tasso di deposito di 100 punti base rispetto a quello attuale".
Secondo Broyer, un modo per conciliare le posizioni all'intento del borda della banca sarebbe quello "di allargare il corridoio dei tassi d'interesse".
"Lo spread tra il tasso di deposito e il tasso di prestito marginale è piuttosto ridotto. Aumentare il tasso di deposito di 50 punti base la prossima settimana, incrementando al contempo il tasso repo e il tasso di rifinanziamento marginale di 75 punti base, potrebbe contribuire a normalizzare ulteriormente le condizioni monetarie senza sconvolgere eccessivamente le condizioni di finanziamento”, sottolinea l'economista dell'agenzia di rating.