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Italia, deficit/Pil gennaio-giugno al 4% in calo su anno, minimo da 2000 - Istat

Pubblicato 04.10.2019, 10:26
Aggiornato 04.10.2019, 10:30
© Reuters.  Italia, deficit/Pil gennaio-giugno al 4% in calo su anno, minimo da 2000 - Istat

di Antonella Cinelli

MILANO (Reuters) - ROMA, 4 ottobre (Reuters) - Nel primo semestre dell'anno il deficit/Pil è stato pari al 4% dal 4,2% di gennaio-giugno 2018, comunica Istat, sottolineando che si tratta del dato semestrale più basso dal 2000.

Nel secondo trimestre 2019 l’indebitamento netto dell'Amministrazione pubblica in rapporto al Pil è stato pari all'1,1%, in marginale miglioramento rispetto all'1,3% dello stesso trimestre 2018.

Istat sottolinea che il deficit migliora "grazie a una dinamica delle uscite meno accentuata di quella delle entrate (con incrementi rispettivamente del 2,0% e del 2,5%)".

Questa settimana nella Nadef il governo ha rivisto al rialzo l'obiettivo di deficit per l'anno in corso, al 2,2% dal 2,04% negoziato con la Commissione europea lo scorso luglio.

Il saldo primario delle Amministrazioni pubbliche (indebitamento al netto degli interessi) nel periodo aprile-giugno, avverte Istat, è risultato positivo con un’incidenza sul Pil del 3,2% (2,7% nel secondo trimestre del 2018). Il saldo corrente ha un’incidenza sul Pil del 2,3% (2% nel corrispondente periodo 2018).

La pressione fiscale è risultata del 40,5%, in aumento di 0,3 punti percentuali rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

"Il reddito disponibile delle famiglie consumatrici è aumentato dello 0,9% rispetto al trimestre precedente, sia in termini nominali sia in termini reali. La propensione al risparmio delle famiglie consumatrici è stata pari all’8,9%, in aumento di 0,8 punti percentuali rispetto al trimestre precedente".

L'istituto sottolinea che il progressivo recupero del reddito disponibile delle famiglie "grazie alla dinamica quasi nulla dei prezzi al consumo, si è trasferito in crescita del potere d’acquisto, con un’accelerazione nel secondo trimestre. La risalita del reddito si è tradotta solo in parte in maggiori consumi, mentre è aumentata la propensione al risparmio".

Per quanto riguarda le società non finanziarie, la quota di profitto, "pari al 40,7%, è diminuita di 0,2 punti percentuali rispetto al trimestre precedente. Il tasso di investimento delle società non finanziarie, pari al 21,6%, è aumentato di 0,1 punti percentuali rispetto al trimestre precedente".

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