Investing.com – I motivi alla base di un aumento dei rischi di hard-landing permangono. “In primo luogo, a causa del nuovo deterioramento del ciclo manifatturiero globale e, in secondo luogo, per i crescenti segnali di fragilità del mercato del lavoro statunitense”.
È questo l’allarme lanciato da Julien Houdain, head of global unconstrained fixed income di Schroders (LON:SDR).
Aumenta il rischio di un atterraggio duro
Fonte: Schroders Global Unconstrained Fixed Income team, 17 settembre 2024.
“Dal mese scorso – approfondisce l’analista - abbiamo crescenti preoccupazioni per il settore manifatturiero globale, con gli indicatori anticipatori come le componenti dei nuovi ordini dell'indagine ISM sul settore manifatturiero, il PMI dell'Eurozona e il PMI cinese di Caixin che sono scesi ulteriormente da livelli già deboli”.
Intanto, in Europa il settore automobilistico si è indebolito a causa di una combinazione di forze cicliche e strutturali e le prospettive rimangono preoccupanti per un settore così importante dal punto di vista macroeconomico. Lo dimostrano gli ultimi warning lanciati dalle big dell’automotive, come BMW, Volkswagen (ETR:VOWG) e, proprio oggi, Stellantis (BIT:STLAM).
Nel frattempo, anche se il mercato del lavoro statunitense rimane abbastanza solido, sono aumentati i rischi di un peggioramento caotico. “L'ampiezza della crescita dei posti di lavoro tra i vari settori si è ridotta a livelli preoccupanti, le offerte di lavoro nel settore privato sono diminuite notevolmente e la fiducia dei consumatori nel mercato del lavoro si è indebolita”, sottolinea Houdain.
Economia davanti a un punto di svolta
In termini assoluti, secondo l’esperto “nessuno di questi indicatori è disastroso ai livelli attuali” e può rincuorare il fatto che, “mentre la crescita dei posti di lavoro sta rallentando, le perdite effettive di posti di lavoro (in base alle richieste iniziali di disoccupazione o ai dati sui licenziamenti) rimangono basse”. Ma Houdain ricorda anche come il mercato del lavoro non sia lineare e, aspettando che si manifesti una reale debolezza prima di agire, si rischia di muoversi con troppo ritardo.
In sostanza, spiega, “L’indebolimento che abbiamo visto in varie metriche ha già fatto aumentare il rischio che ci si avvicini a un punto di svolta tale per cui una recessione del mercato del lavoro sarebbe inevitabile. Non crediamo di esserci ancora arrivati, ma siamo più vicini di prima e preferiremmo non avvicinarci maggiormente”.
Anche il presidente della Fed Jerome Powell ha condiviso questo ragionamento, riconoscendo i crescenti rischi al ribasso per il mercato del lavoro e lo spazio di manovra, motivo per cui poi a settembre ha optato per un maxi-taglio dei tassi d’interesse da 50 punti base.
Insomma, “se i livelli attuali sono accettabili, un’ulteriore debolezza no”.
Le difficoltà dell’Europa
La maggiore probabilità che Schroders assegna a uno scenario di hard landing è stata determinata anche da una valutazione più cupa delle prospettive in Europa, soprattutto nel settore automobilistico. “Il settore manifatturiero è particolarmente importante per l'Europa e qualsiasi rallentamento globale ha quindi un impatto particolare”, commenta Houdain. Inoltre, aggiunge, “le questioni idiosincratiche legate ai cambiamenti strutturali della domanda e della competitività rimangono sullo sfondo, aggravando i problemi ciclici”.
Il settore dei servizi sta andando meglio, ma semplicemente non è abbastanza vivace per controbilanciare le difficoltà sul fronte dei beni. E anche la Spagna - che è stata il faro della positività dell'economia dell'Eurozona negli ultimi dodici mesi - sta iniziando a mostrare segni di raffreddamento nei servizi, mentre si manifestano i primi segnali di indebolimento nel mercato del lavoro.
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Le opportunità più interessanti
Ma proprio grazie all’aumento delle probabilità di hard-landing, Houdain rimane positivo sulle prospettive per le obbligazioni, anche dopo il significativo rally dell'ultimo mese.
“Nonostante i punti di ingresso per gli investimenti obbligazionari a lungo termine siano diventati meno interessanti – precisa -, cerchiamo comunque di sfruttare al meglio i ribassi del mercato aumentando la scadenza dei nostri investimenti obbligazionari ove possibile”.
Per come la vede il gestore, “alla luce delle crescenti preoccupazioni per l'economia dell'Eurozona, la duration in Europa è diventata un long privilegiato”.
La Bce ha iniziato il suo processo di allentamento, ma finora è rimasta cauta, con un allentamento solo trimestrale e una forward guidance estremamente limitata. “Riteniamo – dice Houdain - che, se la traiettoria macro continuerà ad ammorbidirsi, la possibilità che la Bce diventi più colomba e allenti più rapidamente la politica monetaria sia significativa”.
Infine, Schroders è convinta che, nelle attuali condizioni di mercato, la differenza tra i tassi d'interesse delle obbligazioni a lungo e a breve termine possa aumentare. Una trend per lo più globale, ma andando a stringere la ricerca, secondo Houdain il Canada è il Paese più adatto per esprimere questa tendenza, “data la debolezza delle prospettive macroeconomiche e l'orientamento da colomba della banca centrale”.
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