Investing.com - La Banca centrale giapponese ha mantenuto i tassi di interesse a livelli bassissimi venerdì e ha confermato il controllo sulla curva dei rendimenti prevedendo un miglioramento delle condizioni economiche e un calo dell'inflazione.
La BOJ ha mantenuto il tasso di interesse di riferimento a un livello negativo dello 0,1% e ha segnalato che continuerà a consentire ai rendimenti dei titoli di Stato a 10 anni di muoversi in un intervallo compreso tra lo 0,5% e lo 0,5% negativo. I rendimenti dei titoli decennali giapponesi sono scesi dello 0,5% allo 0,424% dopo questa mossa.
La banca ha inoltre mantenuto l'attuale ritmo di quantitative easing, dichiarando che continuerà ad acquistare fondi negoziati in borsa e fondi di investimento immobiliare giapponesi.
L'istituzione monetaria ha inoltre previsto un "certo rafforzamento dell'economia giapponese", segnalando un miglioramento "moderato" verso la metà 2023, con l'economia che crescerà a un ritmo "superiore al suo tasso di crescita potenziale".
Tuttavia, sono arrivati anche alcuni avvertimenti per le continue incertezze relative alla crescita globale e dalla continua volatilità dei prezzi delle materie prime.
La mossa della BOJ è stata in linea con le aspettative del mercato, con gli analisti che vedevano poco spazio per un rapido cambiamento della posizione dovish della banca sotto il nuovo governatore Kazuo Ueda.
Ueda, alla guida della banca centrale da circa due mesi, aveva anche dichiarato di non essere intenzionato ad avviare immediatamente una politica restrittiva, ma ha avvertito che la BOJ abbandonerà la sua posizione ultra-dovish nel prossimo futuro, soprattutto se l'inflazione aumenterà ulteriormente.
L'inflazione al consumo giapponese è diminuita leggermente negli ultimi due mesi, grazie soprattutto ai sussidi governativi sui prezzi dell'elettricità. Il dato rimane comunque ben al di sopra dell'obiettivo annuale del 2% fissato dalla BOJ, che prevede una ripresa dell'inflazione nel corso dell'anno.
L'atteggiamento dovish della BOJ la rende un'eccezione tra le principali banche centrali mondiali, che invece stanno aumentando bruscamente i tassi per frenare l'aumento dell'inflazione: la Federal Reserve ha segnalato mercoledì sera che potrebbe aumentare i tassi almeno altre due volte quest'anno, mentre la Banca Centrale Europea ha aumentato i tassi giovedì e ha segnalato altri aumenti in arrivo.
La posizione della BoJ ha pesato molto sullo yen, che venerdì era scambiato ai minimi di sette mesi rispetto al dollaro. Dall'altra parte, la debolezza della moneta e la liquidità presenta nel sistema hanno anche innescato il rally delle azionari giapponesi, spingendoli ai massimi di 33 anni, in quanto le condizioni monetarie allentate in Giappone hanno attirato grandi quantità di capitali stranieri in fuga dai tassi elevati di altri Paesi.