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Caso di Borsa: Banche deboli dopo Cdm, UniCredit sul fondo

Pubblicato 21.05.2021, 11:29
© Reuters

Di Alessandro Albano

Investing.com - L'indice Ftse Italia Banks risente delle nuove misure del governo Draghi approvate giovedì, con il mercato che si aspettava un rafforzamento degli incentivi fiscali per le aggregazioni tra le società. 

Tra i peggiori del comparto si segnalano UniCredit (MI:CRDI), al centro delle voci di M&A con Mps (MI:BMPS), Banca Generali (MI:BGN), e Intesa (MI:ISP). Poco mossa Bpm (MI:BAMI), accostata ad una possibile aggregazione con Bper (MI:EMII).

Nel decreto Sostegni Bis, al contrario di quanto fatto trapelare ad inizio maggio, il Cdm ha stralciato la misura sull'innalzamento del tetto agli incentivi fiscali per le fusioni. La norma, cercata dal settore del credito, voleva un aumento del tetto sull'ammontare delle Dta trasformabili in crediti di imposta al 3% degli asset della banca più piccola coinvolta nella fusione, mantenendo l'attuale limite al 2%.

Secondo banchieri d'affari citati da Reuters, "un aumento del 50% dell'incentivo fiscale come conseguenza del tetto al 3% avrebbe potuto spingere più facilmente UniCredit verso una fusione a tre, con Mps e Banco Bpm". 

Il tavolo, tuttavia, si sarebbe spostato da Roma a Bruxelles. secondo quanto riportato da La Stampa, l'Italia starebbe discutendo con l'UE su un pacchetto di norme che agevolino le fusioni bancarie tra più soggetti, "con l'obiettivo di favorire la nascita attorno a UniCredit di un polo con Banca Mps e un terzo istituto identificato con Banco Bpm".

Le misure, scrive il quotidiano piemontese, saranno inserite in un prossimo decreto, motivo che ha spinto il governo Draghi a non inserire la norma sul tetto per gli incentivi fiscali legati all'utilizzo delle Dta. 

Per il giornale, la possibilità di trasformare le Dta in crediti di imposta, inserita nel decreto Cura Italia, è limitata alla fusione tra due istituti che non possono avvalersene per operazioni successive. Ma, secondo La Stampa, un eventuale ampliamento sulle Dta a un'operazione a tre farebbe salire il beneficio per UniCredit, da una fusione con Mps e Bpm (MI:PMII), a oltre 4 miliardi anche con il tetto al 2%.

 

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