Investing.com - Facendo eco ai colleghi di Minneapolis e Chicago, la presidente della Fed di San Francisco Mary Daly ha affermato in un'intervista al Financial Times di non escludere un terzo aumento consecutivo del tasso di 0,75 punti percentuali da parte della banca centrale a settembre nonostante l'iniziale rallentamento dei prezzi al consumo.
"Ci sono buone notizie sui dati mensili secondo cui i consumatori e le imprese stanno ottenendo un certo sollievo, ma l'inflazione rimane troppo alta e non vicino al nostro obiettivo di stabilità dei prezzi", ha dichiarato Daly, un membro tradizionalmente dovish del Fomc.
I prezzi "core" - che eliminano energia e cibo dal paniere - sono aumentati meno delle previsioni, ma l'aumento dell'inflazione dei servizi, secondo Daly, "è il motivo per cui non vogliamo dichiarare la vittoria sull'inflazione".
"Non abbiamo ancora finito", ha ribadito la governatrice, aggiungendo che i tassi dovrebbero salire "a poco meno del 3,5 per cento entro la fine dell'anno", anche se la banca "non deve agire in modo troppo aggressivo per smorzare la domanda".
Per Daly "c'è molta incertezza", e avere la sicurezza sulla necessità di andare aventi con aumenti dei tasso di 0,75 punti percentuali "non sarebbe una politica ottimale", precisando che aumento di mezzo punto percentuale a settembre "è la sua "linea di base".
Dichiarazioni pressoché in linea con quanto affermato mercoledì dal presidente della Minneapolis Federal Reserve Bank Neel Kashkari alla conferenza di Aspen Ideas, secondo cui la Fed è "lontana dal dichiarare vittoria" sull'inflazione.
Kashkari ha poi affermato di non aver visto "nessun cambiamento" sulla necessità di aumentare il tasso di riferimento della Fed al 3,9% entro 2022 e al 4,4% entro la fine del 2023.
Secondo il Fed rate monitor di Investing.com, i trader prezzano al 75% la possibilità di un aumento dei tassi di 50 punti base nel meeting del 21 settembre.