Una presidenza democratica accompagnata da un Congresso diviso sosterrà il mercato del credito nel 2021 mentre il rischio inflazione non è imminente
Dopo aver oscillato a causa della presenza di due rischi all’orizzonte, vale a dire la recrudescenza della pandemia da Covid-19 e l’incertezza sull’esito delle elezioni americane con la prospettiva di un’onda blu che portasse i Democratici a controllare sia la Casa Bianca che l’intero Congresso, nel mese di novembre i mercati del credito hanno ritrovato una maggior propensione al rischio. Questo a causa delle novità intervenute su entrambi i fronti, con la vittoria contenuta del partito democratico e le notizie incoraggianti sull’arrivo di vaccini efficaci anti-virus. Lo sottolinea Goldman Sachs (NYSE:GS) Asset Management in un comment in cui analizza i motivi per cui si aspetta che le implicazioni del risultato elettorale americano siano positive per il credito corporate nel 2021.
IMPLICAZIONI SUL VERSANTE FISCALE E REGOLATORIO
La prima ragione riguarda la politica fiscale in materia di tasse societarie: con un governo diviso e un Senato ancora controllato dai repubblicani ci sono prospettive limitate di una contro-riforma delle tasse societarie e questo gioca a favore dei corporate bond investment grade più che degli high yield, dato che molte grandi e redditizie società che sarebbero state impattate da una maggior tassazione degli utili sono anche emittenti nel segmento investment grade del mercato. Poi Goldman Sachs AM cita l’agenda regolatoria, che dovrebbe essere meno stringente rispetto a quanto sarebbe stato in caso di onda blu elettorale. Anche se alcuni provvedimenti possono essere decisi semplicemente con ordini esecutivi presidenziali, non sarebbe una prospettiva necessariamente negativa per il mercato del credito, con l’eccezione del settore energia destinato ad essere penalizzato dal focus sulla transizione verso le fonti rinnovabili...
** Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge