I titoli value europei sono in recupero ma scambiano a multipli ancora bassi rispetto agli Usa. Ci sono aree geografiche nelle quali è più difficile trovare opportunità, ma Giappone e Cina sono da monitorare
Il dibattito sugli stili di investimento value e growth si è intensificato anche perché la sovraperformance relativa del primo ha catturato l’attenzione. In un certo senso, si tratta semplicemente della continuazione delle oscillazioni osservate l’anno scorso, ma gli investitori si chiedono cosa guidi la performance del value. Le risposte variano e indicano il contesto dei tassi di interesse, le questioni politiche, o anche specifici temi. Nick Kirrage, Co-head Global Value Team, di Schroders (LON:SDR), sottolinea che molti acquistano sulla base dell’idea che quando i tassi salgono il value sovraperforma e, al contrario, con inflazione e tassi bassi, ci si aspettano multipli più elevati per i titoli growth. Ma è una relazione che non sempre tiene: il Giappone ha visto 30 anni di tassi incredibilmente bassi e deflazione, il value ha funzionato in modo consistente per tutto questo periodo.
CERCARE DIVERSIFICAZIONE ANCHE GEOGRAFICA
L’esperto di Schroders sottolinea che per trovare valore ci vuole diversificazione e rileva che nel value ci sono alcune aree geografiche dove è più difficile trovare opportunità: circa il 70% dell’indice MSCI World è composto da aziende USA con livelli di multipli tra i più elevati, dai quali non è facile salire ancora e generare rendimenti positivi in un orizzonte di dieci anni. Un importante recente trend segnalato da Kirrage è stata la sovraperformance del value in Europa, che dopo aver sofferto a lungo scambiano su multipli simili a quelli della parte più economica dell’azionario Usa...
** Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge