Di Alessandro Albano
Investing.com - Rallenta ma meno delle aspettative l'inflazione degli Stati Uniti a gennaio, registrando un tasso annuale del 6,4% rispetto al consenso del 6,2% e discesa dal 6,5% di dicembre. Il dato, come precisato dal Bureau of Labor Statistics americano, ha rappresentato "l'aumento sui 12 mesi più contenuto dal periodo terminato a ottobre 2021".
L'indice core - che esclude alimentari ed energia - è aumentato del 5,6% negli ultimi 12 mesi dal 5,7% di dicembre, l'incremento "più basso da dicembre 2021", ma al di sopra del 5,5% atteso dal mercato.
Più decisa l'accelerazione del tasso mensile, con l'indice dei prezzi al consumo che è aumentato dello 0,5% sul +0,1% di dicembre, a seguito dell'aumento dei costi degli affitti (shelter) e dei beni energetici come benzina e del gas naturale.
Negativa la reazione Wall Street dopo la lettura, con S&P 500, Dow e Nasdaq in ribasso. In rialzo il Treasury a 10 anni, mentre il dollaro perde posizioni contro euro e sterlina.
Prima della notizia, Gabriele Debach di eToro aveva scritto sul nostro sito che "le ultime tre letture sono state in linea o perfino al di sotto delle previsioni del mercato, quindi una sorpresa negativa sull'inflazione questa settimana potrebbe essere accolta con una volatilità di mercato fuori misura. JPMorgan stime come una lettura in linea con le attese dovrebbe far generare un rialzo dall’1,5% al 2% sullo S&P 500, mentre una lettura migliore, inferiore al 6%, una crescita dal 2,5% al 3%. Eventuali pubblicazioni al rialzo dell’inflazione invece potrebbero spingere l’indice americano al ribasso dal 0,75% fino al 3%".