Di Geoffrey Smith
Investing.com – Il presidente della banca centrale tedesca ha chiesto alla BCE di agire in “maniera decisa” per far scendere l’inflazione, alimentando così la pressione verso il prossimo aumento dei tassi nel vertice della settimana prossima.
“La politica monetaria deve reagire con decisione per preservare la credibilità del suo obiettivo di inflazione”, ha dichiarato Joachim Nagel in un discorso di mercoledì, aggiungendo: “I tassi di inflazione non torneranno da soli al loro obiettivo”.
Nagel ha parlato appena un’ora dopo la pubblicazione dei dati che mostrano che l’inflazione nell’Eurozona ha raggiunto un nuovo record del 9,1% ad agosto, superando ancora una volta le aspettative degli analisti e mettendo in atto la ripetizione di un pattern preoccupante per la BCE.
Il Consiglio direttivo della BCE si riunisce la prossima settimana con tutti i tassi di interesse di riferimento pari o superiori allo zero per la prima volta in otto anni, dopo averli aumentati di 50 punti base ciascuno nell’ultima riunione di luglio. Pur avendo manifestato l’intenzione di alzare nuovamente i tassi a settembre, i vertici della banca non si sono orientati su un’entità specifica del rialzo, e sono sempre più evidenti le divisioni tra coloro che, come Nagel, chiedono di anticipare i rialzi dei tassi e altri, come il capo economista della BCE Philip Lane, che sono favorevoli ad aumenti più graduali.
In un discorso di martedì, Lane ha dichiarato di preferire un ritmo più lento di rialzi a causa del livello straordinariamente elevato di incertezza sulle prospettive economiche del momento. Ha sottolineato l’importanza di non turbare i mercati obbligazionari, che hanno una grande influenza nel determinare le condizioni generali di finanziamento dell’economia.
Nagel non ha specificato l’entità del rialzo che sosterrà la prossima settimana, ma la Bundesbank è tipicamente la più aggressiva tra le banche centrali nazionali che fanno parte dell’Eurosistema. La scorsa settimana i giornali hanno riportato la notizia che alcune di esse faranno pressione per un aumento di 75 punti base a settembre.
Nagel, invece, è apparso più preoccupato per gli effetti di un’inflazione troppo a lungo incontrollata.
“Più a lungo l’inflazione rimane elevata, più alto è il rischio che le dinamiche dell’inflazione a medio termine e le aspettative di inflazione rimangano anch’esse ad un livello elevato”, ha avvertito Nagel.
Nagel ha iniziato il suo discorso parlando degli anni ‘70 e ha citato la popolarità di canzoni come “Money, Money, Money” degli Abba, “Money” dei Pink Floyd’s e “Money Makes the World Go Round” di Liza Minelli per sottolineare il tema dell’inflazione molto presente in quel periodo.
Ha riconosciuto le principali differenze rispetto agli anni ‘70, in particolare per il fatto che i mandati delle banche centrali per affrontare l’inflazione sono più chiaramente definiti e compresi. Ha inoltre osservato che l’indicizzazione automatica dei salari, soprattutto nel settore pubblico, è ormai quasi scomparsa dai mercati del lavoro europei.
Tuttavia, ha sostenuto Nagel, “esistono effettivamente alcuni parallelismi tra la stagflazione di allora e quella di oggi”. Ha sottolineato il fatto che l’inflazione era già aumentata in entrambe le epoche prima degli shock energetici che le hanno accentuate. La politica fiscale, ha aggiunto, ha contribuito a questo fenomeno, anche se nel contesto odierno i grandi programmi di stimolo fiscale dell’era della pandemia sono ormai in fase di esaurimento.