Cina e Usa permettono all’economia globale di ritrovare il passo, Europa frenata da Germania e Brexit: prospettive sulla crescita e settori da tenere d’occhio
Dopo due frenate negli ultimi 12 mesi, a fine 2018 per la stretta monetaria Usa e a maggio-giugno di quest’anno per l’escalation nella guerra dei dazi, la crescita globale sta ritrovando il passo con un’attività economica in espansione al 2,6% in settembre e un Pil globale poco sotto il 3%, appena sotto l’ultimo dato disponibile che cifra la crescita al 3,25%. L’economia americana avanza in linea con il trend globale, con il Pil del terzo trimestre che punta al 2,2%, vicino al potenziale, spinta dal buon andamento di costruzioni e immobiliare ma frenata dalla debolezza del manifatturiero. Anche la Cina sembra aver sostanzialmente assorbito l’impatto delle tensioni commerciali, mentre l’Europa non riesce a tenere il passo con il resto del pianeta, appesantita da un’economia tedesca che soffre di problemi strutturali e dal tormentone senza fine della Brexit. Un quadro incoraggiante per la crescita globale, quindi, dipinto una recentissima research di Goldman Sachs che pubblica anche il suo Indicatore dell’attività economica globale (CAI) stabile al 2,6% in settembre.
IN EUROPA SERVE UNO STIMOLO FISCALE E NON SOLO MONETARIO
Anche l’inflazione americana è vista da Goldman in graduale rialzo, anche per l’impatto che la guerra dei dazi sta iniziando a esercitare sui prezzi al consumo. A fronte di questo quadro, la Fed sembra divisa sulle prossime mosse. All’ultimo Fomc ci sono stati tre voti contrari alla decisione di abbassare i tassi di 0,25, ma sembra ci sia consenso unanime sul fatto che l’attività delle costruzioni sia in recupero. Invece l’Europa sta sottoperformando in modo significativo, con un potenziale di crescita basso e una Germania in contrazione, frenata da problemi strutturali dell’industria dell’auto, mentre sull’intero continente pesano le incertezze della Brexit e in generale la maggior esposizione alle tensioni commerciali. L’Europa avrebbe bisogno di stimolo fiscale e non solo monetario. I politici europei ne sono consapevoli e preparano misure in questo senso, ma secondo l’analisi di Goldman probabilmente non saranno sufficienti a far ripartire crescita e inflazione in modo convincente. Comunque Goldman non prevede un peggioramento sensibile perché giudica improbabile una Brexit no-deal...
** Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge