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Investing.com -- Come pronosticato dagli analisti, la Federal Reserve si prende una pausa nella politica di stretta monetaria. Al termine della riunione del 20 settembre, il Federal Open Market Committee della Banca centrale americana ha deciso di mettere in pausa i rialzi dei tassi d’interesse, lasciandoli invariati in una forchetta compresa fra il 5,25% e il 5,50%.
Nella scorsa riunione del 26 luglio la Federal Reserve aveva alzato i tassi di interesse americani di 25 punti base, portando il costo del denaro ai massimi da 22 anni negli Stati Uniti.
Fino ad ora la Fed ha alzato i tassi di interesse 11 volte a cominciare dal 16 marzo 2022, giorno in cui la banca centrale aveva deciso di portare il tasso di riferimento da 0,25% a 0,50%. Una politica di stretta monetaria intrapresa per rispondere alla crescita dell’inflazione.
"Il Comitato è fortemente impegnato a riportare l'inflazione al suo obiettivo del 2%. Nel valutare l'orientamento appropriato della politica monetaria, il Fomc continuerà a monitorare le implicazioni delle informazioni in arrivo sulle prospettive economiche", si legge nel comunicato della Fed che non esclude di ricorrere ad ulteriori rialzi qualora ce ne fosse bisogno.
"Il Comitato sarebbe pronto ad adeguare l'orientamento della politica monetaria, se necessario, qualora emergessero rischi che potrebbero ostacolare il raggiungimento degli obiettivi del Comitato. Le valutazioni del Fomc terranno conto di un'ampia gamma di informazioni, tra cui i dati sulle condizioni del mercato del lavoro, le pressioni e le aspettative inflazionistiche e gli sviluppi finanziari e internazionali", concludono i banchieri americani.
Intanto, gli analisti guardano già al futuro, focalizzando l’attenzione sul prossimo 11 novembre, quando si terrà una nuova riunione della Federal Reserve.
“Per quanto riguarda la riunione di novembre, ritengo che le probabilità siano ancora 50/50, anche se i prezzi di mercato si sono recentemente spostati verso una probabilità inferiore”, ha commentato Blerina Uruci, chief U.S. economist di T. Rowe Price.
I rischi principali per la decisione della riunione di novembre secondo l’esperta sono: “Un possibile shutdown del governo (già a ottobre se non viene firmata una risoluzione) e uno sciopero dell'Auw. Se questi fattori dovessero protrarsi nel tempo e provocare distorsioni nei dati a breve termine, il Fomc potrebbe decidere di non agire a novembre alla luce dell'accresciuta incertezza. Ma potrebbe comunque effettuare un rialzo a dicembre”, conclude Uruci.
Per approfondire, leggi un articolo della nostra Academy: “Stagflazione: significato, esempi, conseguenze”.
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