Di Geoffrey Smith
Investing.com – Le banche centrali mondiali hanno allentato la politica monetaria quest’anno per supportare l’economia mondiale durante la pandemia. Affermano, e molti danno loro ragione, di aver salvato milioni di posti di lavoro e immensi capitali così facendo.
Gli effetti collaterali di tale politica nella forma di bolle di asset – stanno diventando sempre più palesi.
Nell’universo mainstream degli investmenti, è stato l’oro ad attirare maggiormente l’attenzione nella prima parte della pandemia, toccando i 2.089,20 dollari l’oncia troy. In un mondo in cui i titoli sono crollati e il petrolio è andato sotto zero, il rally del 32% dell’oro dall’inizio dell’anno è stato strabiliante.
Tuttavia, tale rally sta andando nell’ombra, oscurato da un “asset alternativo” diverso: il Bitcoin.
Per mezzo secolo l’oro è stato il bene rifugio per eccellenza.
È successo quando il dollaro è crollato con tutto il sistema di Bretton Woods all’inizio degli anni ’70, ma anche nella crisi finanziaria del 2008.
In entrambi questi periodi, i bilanci delle banche centrali sono cresciuti velocemente, e anche questo sembra un punto in comune.
Ma questa volta l’oro non ha risposto positivamente alle aspettative dei mercati. Dal massimo di agosto è sceso del 9%.
Il Bitcoin, invece, continua a salire e salire ancora. Dall’inizio dell’anno è salito del 130% e nell’ultimo mese ha segnato dei fortissimi rialzi.
Perché?
La risposta sta nell’aumento della domanda, spinta da due fattori legati alla sua maggiore e più ampia accettazione.
Primo, la decisione di Paypal (NASDAQ:PYPL) di amministrare portafogli in Bitcoin, un grande passo avanti verso l’accettazione della valuta digitale.
Secondo, c’è un nuovo veicolo attraverso il quale è possibile aumentare l’esposizione al Bitcoin: il Grayscale’s Bitcoin Trust, nel quale è possibile riunire oltre 500.000 Bitcoin.
Ora il prezzo del Bitcoin è vicino ai 17.000 dollari e sembra diretto verso quota 20.000, secondo molti analisti.