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Le cinque cose da seguire sui mercati questa settimana

Pubblicato 22.10.2023, 12:06
© Reuters

Investing.com _ La bassa propensione al rischio che domina i mercati probabilmente continuerà anche nella prossima settimana, mentre quattro delle sette società a grande capitalizzazione dovranno comunicare gli utili. I dati statunitensi forniranno ai mercati un ulteriore aggiornamento sulla forza dell’economia. I prezzi del petrolio rimarranno altalenanti e la Banca Centrale Europea annuncerà la sua ultima decisione sui tassi. Ecco gli eventi da seguire questa settimana.

1.   Risk-off mood

La bassa propensione al rischio domina i mercati, con gli investitori preoccupati dalla prospettiva di ulteriori rialzi dei tassi di interesse e dall’estendersi del conflitto tra Israele e Hamas. La scorsa settimana, inoltre, il report sugli utili di Tesla (NASDAQ:TSLA), più debole del previsto, ha incupito l’atmosfera.

L’indice di nervosismo degli investitori più osservato a Wall Street, l’indice di volatilità CBOE, ha chiuso venerdì ai massimi da quasi sette mesi. Sulla settimana, l’indice Dow è sceso dell’1,6%, l’indice S&P 500 del 2,4% e l’indice Nasdaq del 3,2%.

Il rendimento dei Treasury decennali è sceso venerdì, un giorno dopo aver superato il 5% per la prima volta dal luglio 2007, dopo le dichiarazioni del presidente della Fed Jerome Powell.

Gli investitori si sono così riversati su altri tradizionali beni rifugio come il dollaro e l’oro, nonché sui Treasury a breve termine o sui fondi del mercato monetario, che offrono rendimenti più interessanti da quando i tassi d’interesse hanno iniziato a salire all’inizio dello scorso anno.

2.   Utili delle megacap

La stagione degli utili del terzo trimestre è ben avviata e questa settimana sono attesi i risultati di quattro società megacap: una sorta di test per un gruppo di titoli che spinto in alto l’indice S&P 500 quest’anno.

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Microsoft (NASDAQ:MSFT) e Alphabet (NASDAQ:GOOGL) presenteranno i risultati martedì, Meta Platforms (NASDAQ:META) mercoledì e Amazon (NASDAQ:AMZN) giovedì.

Questi titoli, insieme ad Apple (NASDAQ:AAPL), Nvidia (NASDAQ:NVDA) e Tesla, hanno rappresentato la maggior parte della crescita annua del 10% dell’indice S&P 500, dunque eventuali risultati deludenti potrebbero avere ripercussioni importanti.

Tra gli altri grandi nomi che presenteranno le loro relazioni nella prossima settimana figurano Coca-Cola (NYSE:KO), General Motors (NYSE:GM), Merck (NYSE:MRK) e United Parcel Service (NYSE:UPS). Gli investitori confidano in una ripresa generale degli utili statunitensi dopo un primo semestre tiepido.

3.   Dati statunitensi

Questa settimana gli osservatori del mercato riceveranno un nuovo aggiornamento sulla forza dell’economia statunitense grazie a dati che includono la crescita del terzo trimestre e la misura dell’inflazione preferita dalla Fed, l’indice dei prezzi delle spese personali al consumo.

Gli economisti si aspettano che il prodotto interno lordo del terzo trimestre si attesti a un tasso annualizzato del 4,1%, sostenuto dalla forte spesa dei consumatori.

L’ indice dei prezzi della spesa per consumi personali core, che esclude i costi volatili di cibo e carburante, dovrebbe aumentare del 3,7% su base annua.

Giovedì il presidente della Fed Jerome Powell ha dichiarato che un’economia statunitense più forte del previsto potrebbe giustificare una politica più restrittiva, anche se l’aumento dei tassi d’interesse di mercato potrebbe rendere meno necessaria l’azione della banca centrale stessa.

4.   Prezzi del petrolio

I prezzi del petrolio sono scesi venerdì dopo che il gruppo islamista Hamas ha rilasciato due ostaggi statunitensi da Gaza, facendo sperare che la crisi israelo-palestinese possa attenuarsi senza coinvolgere il resto della regione mediorientale e interrompere le forniture di petrolio.

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I future Brent sono scesi di 22 centesimi, o dello 0,2%, per attestarsi a 92,16 dollari al barile.

I future del greggio USA con consegna a novembre, che sono scaduti dopo la liquidazione di venerdì, sono scesi di 62 centesimi, o dello 0,7%, a 88,75 dollari al barile. Il contratto di dicembre, più attivo, ha chiuso in ribasso di 29 centesimi a 88,08 dollari al barile.

Per la settimana, entrambi i contratti front-month sono saliti di oltre l’1%, il secondo salto settimanale consecutivo.

“Il Medio Oriente rimane un grande punto di riferimento per il mercato a causa dei timori di un conflitto a livello regionale che probabilmente comporterebbe un’interruzione delle forniture di petrolio”, ha dichiarato a Reuters John Kilduff, partner di Again Capital con sede a New York.

5.   Probabile che la BCE rimanga ferma

Giovedì la BCE terrà il vertice di politica monetaria e l’opinione generale è che i tassi di interesse rimarranno invariati.

Dopo che la BCE ha aumentato il tasso di deposito in ognuna delle ultime 10 riunioni fino a raggiungere l’attuale livello record, i responsabili politici hanno indicato che è giunto il momento di fare una pausa per valutare l’impatto della stretta monetaria finora attuata.

Gli operatori di mercato saranno alla ricerca di eventuali indicazioni su un eventuale ultimo rialzo dei tassi per quest’anno a dicembre.

Prima della riunione di giovedì, martedì la zona euro pubblicherà i dati PMI di ottobre, che saranno tenuti sotto stretta osservazione. I recenti dati economici hanno sollevato preoccupazioni sulle prospettive dell’economia del blocco, a causa dell’indebolimento della spesa dei consumatori a fronte di un’inflazione ancora elevata.

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Articolo realizzato con il contributo di Reuters

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