Gli investitori si chiedono se il rimbalzo di Wall Street sia arrivato troppo presto e troppo veloce. GAM Italia SGR stima che il mercato abbia spostato solo di un anno l’orizzonte di crescita ma avverte sui possibili imprevisti
La volatilità del primo trimestre 2020 ha generato escursioni di mercato vertiginose, dal 20 febbraio, quando lo S&P500 ha chiuso a 3386 punti, al minimo del 23 marzo, la caduta ha superato il 30%. Da allora il rimbalzo è stato veemente, con valutazioni che hanno toccato gli estremi, in un senso o nell’altro. I mercati in un trimestre hanno prezzato prima la continuazione indefinita di un ciclo di crescita moderata, assenza di inflazione e supporto monetario, poi il ‘cigno nero’ del coronavirus con timori di insolvenze a catena, fino alla terza fase con la risposta di Banche Centrali e governi e la rinnovata speranza di un ritorno alla normalità in tempi ragionevoli.
GLI INVESTITORI SI CHIEDONO SE IL RALLY SIA GIUSTIFICATO E COSA IMPLICANO I PREZZI ATTUALI
Al 23 marzo gli indici avevano un rapporto prezzo/utili molto sotto la media, in alcuni casi vicino ai minimi storici, ma poi è scattato l’effetto di rally che ha riportato le valutazioni in linea con la media degli ultimi 15 anni in Europa e Paesi Emergenti e anche o oltre per S&P e soprattutto Nasdaq. A questo punto gli investitori si chiedono se il rally sia giustificato e cosa prezzino le valutazioni attuali. Per lo S&P500 ad esempio le attese degli analisti a fine 2021 sono oggi sostanzialmente pari a quelle di inizio anno per il 2020...
** Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge