Il rischio di surriscaldamento dell’economia USA e l’inflazione spingono al rialzo i tassi dei Treasury. Ma le condizioni restano ancora favorevoli agli emergenti e ai titoli a spread, in particolare quelli con rating B
TASSI DEI TREASURY IN TENSIONE
Nel lungo termine, Erik Knutzen, Chief Investment Officer – Multi-Asset Class di Neuberger Berman nell’articolo “Con Draghi e Yellen è il momento di posizionarsi sull’azionario” fa notare che le offerte di lavoro in USA sono in aumento, gli indici PMI sono solidi anche nei servizi, le aperture di cantieri di edilizia residenziale stanno segnando nuovi record e gli utili dell’S&P 500 stanno superando abbondantemente le previsioni. Gli interventi fiscali in programma potrebbero mettere il turbo ai consumi e a un’attività economica già in ripresa grazie alle campagne vaccinali, spingendo il PIL statunitense nel 2021 verso il 6-8% anziché al 4-5% atteso. Secondo Knutzen, un segnale è già visibile nei mercati obbligazionari dove il rendimento del Treasury USA trentennale si è spinto verso il 2%, mentre l’inflazione ha superato il 2,2%. La tesi di base di Neuberger Berman rimane quella di un ordinato ritorno dei tassi alla normalità quest’anno, con il rendimento decennale attorno all’1,5%, ma se il quadro dovesse cambiare, i mercati potrebbero scontare le variazioni molto rapidamente...
** Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge