I funzionari dell’Organizzazione dei Paesi esportatori di petrolio e della Russia (Opec+) si riuniranno martedì e mercoledì in videoconferenza per discutere delle attuali condizioni del mercato.
Stando a numerosi osservatori, i produttori sceglieranno di allentare in maniera modesta i tagli introdotti ad aprile (da 9,7 milioni di barili al giorno) e prolungati fino a luglio.
A partire da agosto, dunque, la produzione potrebbe risalire cosa che a sua volta potrebbe avere ripercussioni sul prezzo del petrolio. Stando a quanto riportato dal Wall Street Journal l’output potrebbe aumentare di 2 milioni di barili al giorno.
Le previsioni sono comunque nere fino alla fine dell'anno, come conferma Jihad Azour, direttore al Fmi sel settore Medio Oriente e Asia centrale: "Per i paesi esportatori di petrolio, prevediamo che perderanno circa 270 miliardi di dollari rispetto allo scorso anno. Questa crisi avrà un impatto sul conto fiscale e sul conto esterno. E prevediamo che anche la crescita sarà negativa per la maggior parte dei paesi quest'anno".
La domanda ha recuperato terreno rispetto alla prima parte dell’anno.
Le mosse dell’Opec+ potrebbero essere oscurate dall’aumento dei contagi in economie particolarmente importanti per l’oro nero, come gli Stati Uniti e il Brasile.
Tutti gli occhi saranno ora puntati sulla riunione di mercoledì, con l’obiettivo di comprendere come reagirà il prezzo del petrolio all’eventuale allentamento dei tagli all’output.