Di Alessandro Albano
Investing.com - Non si fermano le vendite sui titoli di Stato europei dopo la decisione della Banca Centrale Europea di portare il tasso principale al 2,50%. Il Btp 10 anni viaggia ad un rendimento del 4,33%, il Bund decennale rende sul secondario il 2,2%, mentre l'omologo francese si attesa al 2,7%.
Lo spread tra Btp e Bund è in deciso rialzo a 216 punti base, mentre nel dicembre 2021 il differenziale tra i due bond si attestava poco sopra i 130 punti base.
Preoccupa la forward guidance sul percorso dei tassi d'interesse che, stando alle parole della presidente Lagarde, continueranno ad essere innalzati "in misura significativa" ed "a un ritmo costante" per riportare l'inflazione al target simmetrico del 2%.
Tra le righe si possono leggere ancora ulteriori aumenti di 50 punti base a cui, a partire da marzo, seguirà la riduzione del bilancio della banca che potrebbe aumentare il rischio di frammentazione tra gli Stati membri con un conseguente rialzo dei rendimenti europei.
Ricordiamo che a luglio l'Eurotower ha introdotto il meccanismo di trasmissione della politica monetaria (Tpi), cioè uno scudo anti-spread che permette alla banca di acquistare bond quando i aumentano in un modo non giustificato dai loro fondamentali economici.
Lo strumento, tuttavia, è soggetto a condizionalità quali: il rispetto dei criteri di bilancio indicati dall'Ue, l'assenza di gravi squilibri macroeconomici, la sostenibilità del debito, l'adozione di politiche solide e sostenibili nel rispetto degli impegni presi con il recovery e con le raccomandazioni specifiche della Commissione europea.
Alla politica monetaria si aggiungono le preoccupazioni per un quadro macroeconomico in continuo deterioramento e che, a detta dello stessa Bce, scivolerà in recessione nel primo trimestre del prossimo anno, anche se la contrazione, secondo la Bce, sarà "relativamente breve e poco profonda".
Frasi che si accompagnano ad una revisione al rialzo delle stime d'inflazione, prevista all’8,4% nel 2022, al 6,3% nel 2023, per poi collocarsi in media al 3,4% nel 2024 e al 2,3% nel 2025.
Dopo la conferenza di Lagarde, a cui è seguito anche un forte ribasso degli indici azionari europei (FTSE MIB -3,5%), sono arrivate le critiche dei governi dei singoli Paesi tra cui l'Italia, con il ministro degli Esteri Antonio Tajani che ha sottolineato come l'effetto delle decisioni prese ieri dalla banca centrale europea abbiano avuto "un effetto non positivo su borsa e famiglie".
Più duro il ministro della Difesa Crosetto, secondo il quale "non ha senso alzare i tassi" e, con l'aumento dei requisiti minimi richiesti alle banche, si creerà un'ulteriore contrazione del credito.
"Non ho capito il regalo di Natale che la Presidente Lagarde ha voluto fare all'Italia”, ha ironizzato il ministro su Twitter.