Di Alessandro Albano
Investing.com - Costi di finanziamento e debito più alti limiteranno il margine di manovra del prossimo governo che, per restare entro il limite del 3% di deficit definito dalle regole di Maastricht, dovrà apportare un miglioramento del PIL del 2% nel saldo primario.
A tracciare la linea economica per l'Italia dei prossimi 5 anni è un'analisi di Scope Ratings, nel quale si prevede che il rapporto debito/PIL scenda nel 2022 a circa il 146% dal 150% del 2021, grazie a una crescita economica reale di circa il +3,2% nonostante gli effetti della crisi energetica.
A partire dal prossimo anno, tuttavia, lo scenario potrebbe cambiare, visto che i tassi di finanziamento "sono aumentati notevolmente negli ultimi 12 mesi", con il rendimento dei titoli di Stato a 10 anni salito a oltre il 4,5% dallo 0,6% nell'estate 2021 - livelli che non si vedevano dal 2013.
E' vero che i bond stanno aumentando in tutte economie dell'area euro, ma l'impatto più forte si farà sentire sui Paesi altamente indebitati come l'Italia: lo spread con i bund tedeschi - ricorda Scope - è aumentato di circa 100 punti base da gennaio a 250 pb, con la spesa per interessi dell'Italia salirà a circa il 4% del PIL quest'anno, rispetto al 3,6% del 2021, circa oltre 10 miliardi di euro, arrivando a circa 75 miliardi di euro.
Se i costi di finanziamento si stabilizzano ai livelli attuali, nel 2026-27 i pagamenti annuali per interessi saranno superiori di 20-25 miliardi di euro rispetto al 2021. Ciò avverrà anche se l'impatto sarà attenuato dalla favorevole struttura del debito italiano, data la sua lunga scadenza media di oltre sette anni.
Di conseguenza, spiegano Alvise Lennkh-Yunus, direttore esecutivo, e Giulia Branz, senior analyst, "sarà necessario un rapido ritorno a un avanzo primario elevato, pari ad almeno l'1% del PIL, affinché l'Italia possa mantenere il disavanzo nominale entro la soglia di Maastricht del 3% del PIL".
A causa del Covid le regole fiscali sono attualmente sospese e in fase di revisione, ma Scope prevede "una versione modificata delle regole diventi nuovamente vincolante a partire dal 2024", sottolineando che "il rispetto del limite di deficit è importante per la futura valutazione della sostenibilità del debito".
Inoltre, alle regole di bilancio sono collegati gli acquisti obbligazionari della Banca Centrale Europea, visto che nello strumento anti-spread TPI una delle condizioni poste alla base per l'eventuale intervento della banca è il rispetto dei limiti imposti dai trattati europei.
Ma ci sono anche lati positivi. Contrariamente a Francia e Spagna, l'Italia vanta una "politica fiscale prudente, con avanzi primari elevati pari in media all'1,4% del PIL nei cinque anni precedenti la pandemia", e una volta svanito l'impatto delle misure anti-Covid-19 ed energetica, in assenza di ulteriori aiuti fiscali il bilancio "dovrebbe favorire il ritorno agli avanzi primari".
Per Scope, il deficit fiscale dovrebbe scendere a quasi il 5% del PIL quest'anno, al di sotto dell'obiettivo del 5,6% e del 7,2% registrato nel 2021, nonostante l'aumento del costo degli interessi. Il disavanzo primario dovrebbe scendere a poco più dell'1% del PIL grazie all'aumento del gettito fiscale - favorito dall'elevato tasso di crescita del PIL nominale e dalla ripresa dell'inflazione - a un mercato del lavoro forte e a una minore spesa legata alla pandemia.
Tuttavia, l'ulteriore 2% di consolidamento fiscale di cui l'Italia ha bisogno nei prossimi anni per mantenere il deficit nominale al di sotto del 3% del PIL, e quindi una graduale riduzione del rapporto debito/PIL, è ancora più importante a causa "del rallentamento della crescita economica dovuta alla crisi energetica europea e all'aumento della spesa pubblica legata all'invecchiamento della popolazione italiana".
In termini di PIL, Scope stima una crescita di circa lo 0,5% il prossimo anno, un rimbalzo dell'1,5% nel 2024 e solo dell'1% circa negli anni successivi.
Le proiezioni, per l'agenzia tedesca, sottolineano "la necessità che il nuovo governo si attenga le riforme a favore della crescita dell'amministrazione di Mario Draghi e mantenga un graduale percorso di consolidamento fiscale per garantire la sostenibilità del debito pubblico italiano".