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Silenzio pre-Fed, Lagarde e altro: 5 cose da seguire sui mercati questa settimana

Pubblicato 04.12.2022, 13:24
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Di Noreen Burke

Investing.com - Si prevede una settimana tranquilla sul fronte dei dati economici e i policymaker della Federal Reserve sono nel loro tradizionale periodo di blackout in vista dell’ultimo vertice di politica del 2022. Gli investitori guarderanno ai dati di venerdì sull’inflazione dei prezzi alla produzione negli Stati Uniti per capire quanto la banca centrale possa essere aggressiva dopo quattro rialzi consecutivi dei tassi per combattere un’inflazione al massimo di quarant’anni. A decidere sui tassi anche la Reserve Bank of Australia e la Bank of Canada, mentre i ministri dell’OPEC+ dovranno decidere gli obiettivi di produzione. Ecco gli eventi da seguire questa settimana.

  1. Dati USA

Gli USA rilasceranno i dati sull’IPP questo venerdì: il dato principale dovrebbe aumentare di 7,2% su base annua, rallentando leggermente dopo l’aumento dell’8% del mese precedente. L’IPP core, che esclude i costi dei generi alimentari e dell’energia, dovrebbe anch’esso raffreddarsi.

Fed Chairman Jerome Powell said last week that it could be time to slow rate hikes, raising hopes that the central bank was closer to the end of its tightening cycle, but Friday’s jobs report showing that hiring remained strong last month while average hourly earnings increased muddied the outlook.

Il presidente della Fed Jerome Powell ha affermato la scorsa settimana che potrebbe essere giunto il momento di rallentare i rialzi dei tassi, alimentando le speranze che la banca centrale sia più vicina alla fine del suo ciclo di inasprimento, ma il report sull’occupazione di venerdì ha mostrato che le assunzioni sono rimaste forti il mese scorso, mentre la retribuzione media oraria è cresciuta, confondendo le prospettive.

La prossima settimana gli Stati Uniti pubblicheranno i dati relativi all’IPC, in vista dell’ultima riunione dell’anno della Fed che si terrà il 13 e 14 dicembre.

Besides PPI figures, the economic calendar for this week also includes the ISM services PMI on Monday, along with the University of Michigan’s consumer sentiment index and Thursday’s weekly report of initial jobless claims.

Oltre ai dati IPP, il calendario economico di questa settimana prevede anche gli indici ISM PMI dei servizi lunedì e l’indice del sentimento dei consumatori dell’Università del Michigan e il report settimanale delle nuove richieste di disoccupazione di giovedì.

  1. Vertice OPEC

I rappresentanti dell’OPEC+, che comprende l’Organizzazione dei Paesi Esportatori di Petrolio e gli alleati tra cui la Russia, si sono riuniti domenica per discutere gli obiettivi di produzione dopo che il Gruppo dei Sette ha concordato un tetto massimo di prezzo per il petrolio russo.

Il cartello ha confermato gli obiettivi di riduzione della produzione fissati nella scorsa riunione di ottobre (2 mln di barili al giorno), decisione che ha trovato gli Stati Uniti contrari visti gli effetti sui prezzi delle materie prime e sull'inflazione globale. 

Washington ha accusato il leader de facto, l’Arabia Saudita, di schierarsi con la Russia nonostante la guerra di Mosca in Ucraina, mentre L’OPEC+ ha sostenuto la sua decisione a seguito dell’indebolimento delle prospettive economiche e della minor domanda dalla Cina, il principale importare al mondo di greggio. 

Venerdì scorso, i Paesi del G7 e l’Australia hanno concordato un tetto massimo di 60 dollari al barile per il prezzo del petrolio russo via mare, con l’obiettivo ridurre le entrate nelle casse del Presidente Vladimir Putin e di mantenere il petrolio russo sui mercati globali.

Mosca ha dichiarato che non venderà il suo petrolio sotto il tetto e sta analizzando come rispondere.

  1. Azionario

La scorsa settimana l’S&P 500, il Nasdaq e il Dow Jones Industrial Average hanno registrato il secondo guadagno settimanale consecutivo. IL Nasdaq ha registrato un aumento del 2% del Nasdaq in testa, l’S&P ha guadagnato l’1%, mentre il Dow è salito dello 0,2%. I mercati hanno recuperato dai minimi di venerdì dopo che il report sul mercato del lavoro di novembre ha sollevato dubbi sulla capacità della Fed di rallentare il ritmo dei rialzi dei tassi.

Gli investitori sono alla ricerca di segnali di debolezza nel mercato del lavoro, soprattutto per quanto riguarda i salari, come precursori di un più rapido raffreddamento dell’inflazione che consentirebbe alla Fed di rallentare ed eventualmente interrompere l’attuale ciclo di rialzi dei tassi.

All’inizio della settimana i titoli avevano registrato un’impennata dopo i commenti di Powell sulla possibilità di ridurre i rialzi dei tassi di interesse già a dicembre.

Tuttavia, il presidente della Federal Reserve di Chicago, Charles Evans, ha dichiarato venerdì che la Fed probabilmente raggiungerà un picco leggermente più alto del tasso sui fondi, ma ha comunque parlato di ridurre il ritmo dei rialzi dei tassi rispetto ai recenti aumenti di 75 punti base.

  1. Decisioni delle banche centrali

I mercati si aspettano che la Banca Centrale d’Australia mantenga il tasso di liquidità al 2,85% nella riunione di martedì, dopo il forte rallentamento dell’inflazione in ottobre, ma gli economisti prevedono un altro aumento di un quarto di punto base prima che i responsabili politici mettano in pausa l’attuale ciclo di rialzi dei tassi.

Questo non necessariamente interromperebbe il rally del dollaro australiano, che di recente è stato spinto più dalle speranze di riapertura della Cina e dalla ritirata del biglietto verde che dalla RBA.

Nel frattempo, i mercati e gli economisti sono divisi sul fatto che la Banca del Canada aumenterà i tassi di 25 o 50 punti base quando si riunirà mercoledì.

Da marzo la BOC ha aumentato i tassi di 350 punti base, uno dei suoi cicli di inasprimento più ripidi di sempre.

  1. Zona euro

Il Presidente della Banca Centrale Europea Christine Lagarde farà due apparizioni questa settimana prima dell’inizio del periodo di blackout della BCE in vista dell’ultima riunione politica dell’anno il 15 dicembre.

I mercati propendono per un aumento dei tassi di 50 punti base in occasione della prossima riunione della BCE, dopo che la scorsa settimana i dati hanno mostrato che l’inflazione della zona euro è diminuita molto più del previsto a novembre.

Con un’inflazione ben al di sopra dell’obiettivo del 2%, la BCE ha aumentato i tassi al ritmo più rapido mai registrato quest’anno e una serie di rialzi nei prossimi mesi è ancora probabile.

Tuttavia, alcuni responsabili politici hanno recentemente invocato un rallentamento del ritmo degli aumenti dopo una serie di rialzi di 75 punti base, sostenendo che l’inflazione sta finalmente raggiungendo il suo picco.

  • Articolo realizzato con il contributo di Reuters

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